Balle sul Reddito di cittadinanza. Salvini ne inventa a raffica. Per Matteo gli stranieri corrono in Italia per il sussidio. Ma per averlo serve la residenza da dieci anni

Per il leader della Lega gli stranieri corrono in Italia per ottenere il Reddito di cittadinanza. Ma per averlo serve la residenza da dieci anni.

Balle sul Reddito di cittadinanza. Salvini ne inventa a raffica. Per Matteo gli stranieri corrono in Italia per il sussidio. Ma per averlo serve la residenza da dieci anni

Autorevoli leader di partito e ancor più autorevoli “opinionisti” sono convinti, o meglio la loro propaganda è funzionale a far credere che, da un paio d’anni a questa parte, cioè da quando il Reddito di cittadinanza ha debuttato a marzo 2019, l’Italia sia diventata una sorta di terra di Bengodi di boccaccesca memoria. “Nella quale si legano le vigne con le salsicce… Ed eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato”. In questo immaginario Paese della Cuccagna, dove il benessere abbonda e nessuno lavora, ovviamente c’è poi chi ne approfitta più degli altri: gli stranieri, almeno questo è quello che vogliono far credere Salvini – con Matteo Renzi il più acerrimo nemico della misura messa in campo dai 5Stelle – e i suoi maître à penser.

Una di queste, tal Hoara Borselli che col suo prestigio, le sue idee e i suoi scritti, esercita notevole influenza culturale in quell’area, forte dei suoi trascorsi come concorrente del noto show del sabato sera di Rai Uno Ballando con le stelle o come attrice non protagonista di imperdibili pellicole cinematografiche – avanguardia pura dal sapore questo sì, boccaccesco – ha postato la seguente riflessione, testé ripresa dal Capitano in persona sulla sua pagina ufficiale: “Denunciati 115 romeni e una brasiliana, venuti appositamente in Italia per il Reddito. Domanda subito accordata. 300mila euro percepiti indebitamente. Poi non dite che i 5Stelle non facciano politiche che incentivino il turismo internazionale”.

Orbene, al netto del secondo congiuntivo messo lì a caso, è un concetto fuorviante sostenere che gli stranieri vengano “appositamente” in Italia per usufruire del Reddito di cittadinanza: il caso citato è una frode, non certo la prassi e infatti queste persone sono state denunciate per false dichiarazioni e per indebita percezione del Rdc. E, evidentemente, se sono stati scoperti – grazie ad un’indagine svolta in collaborazione con i carabinieri dell’ispettorato del Lavoro di Bologna – i controlli vengono fatti eccome. Pura propaganda, dunque, asserire che gran parte dei percettori del reddito siano truffatori, fannulloni, mafiosi, ex terroristi e – ça va sans dire – extracomunitari.

I VERI NUMERI. Secondo gli ultimi dati Inps hanno percepito il Reddito di cittadinanza 3.550.342 persone, nel 2020 i controlli della Guardia di Finanza mirati a smascherare i “furbetti” hanno permesso di intercettarne e denunciarne 5.868: la percentuale è dunque, in ogni caso, infinitesimale. Peraltro nello stesso anno, con riguardo alla sola spesa previdenziale (assegni sociali, pensioni di guerra, invalidità civile) sono state accertate frodi per oltre 28 milioni di euro. Ma su questo non viene sollevato nessun polverone. Non è funzionale alla narrazione.

Come non è funzionale raccontare che, secondo il Rapporto 2021 dell’Istat, nel 2020 le famiglie italiane che hanno vissuto in una situazione di povertà assoluta sono state oltre 2 milioni, – cioè il 7,7% – per un totale di 5,6 milioni di individui (leggi l’articolo). E, nonostante nel secondo trimestre dell’anno l’occupazione sia tornata a crescere, non è il caso di farsi illusioni: il gap con il 2019 è ancora ampio, si parla di 678mila occupati in meno rispetto al livello pre Covid.

Nessun Bengodi, insomma, ma un Paese che ancora deve fare i conti con una ripresa incoraggiante ma lenta e soprattutto con un diseguaglianza in termini di distribuzione della ricchezza evidente. Del resto, i poveri, gli invisibili, les misérables ai quali le politiche sociali – seppur nella loro imperfezione – sono rivolte sono lontane anni luce dagli show televisivi e dai selfie sui social.