Bassolino alla prova del voto per riprendersi Napoli. Così risorge un rottamato doc

di Alessia Vincenti

Il ritorno in scena è già un miracolo. E male che vada, vincerà una sua ex allieva. Antonio Bassolino, un rottamato doc, è di nuovo in pista. E punta alla vittoria nelle primarie per scegliere il candidato sindaco di Napoli, in programma domenica 6 marzo. Per evitare la sua totale resurrezione, il Partito democratico ha puntato su Valeria Valente, 37 anni, cresciuta proprio sotto l’ala protettrice di Bassolino, negli anni in cui era presidente della Regione Campania. Dopo una lunga trattativa, il Pd ha puntato sul nome della deputata inserita nella galassia di Rifare l’Italia, la corrente capeggiata da Matteo Orfini (vedi pagina a fianco) e Andrea Orlando.

LA PRIMA VITTORIA – Incurante delle critiche e delle polemiche, “Don Antonio” ha portato avanti una campagna elettorale sorprendente. Tanto che ha scelto lo slogan “Sono la vera novità”. Proprio lui il sindaco del rinascimento napoletano negli anni Novanta ed ex numero uno della Regione, che ha dovuto superare gli ostacoli giudiziari. Ma appena sono terminati i processi, non ha avuto remore. “Dobbiamo ammettere che politicamente resta un gigante”, ammette a taccuini chiusi un esponente del Pd napoletano, sostenitore di Valente. “Basta vedere come ha usato i social network in questi mesi”, aggiunge un altro parlamentare campano. Ma i complimenti restano confinati al privato. L’obiettivo principale è quello di impedire la sua vittoria. L’imbarazzo per il segretario del Pd, Matteo Renzi, sarebbe troppo grande: il rottamatore che fa campagna elettorale al rottamato.

TESTA A TESTA – I sondaggi alimentano le ambizioni di Antonio Bassolino. Secondo Euromedia Research il suo consenso è sopra al 45%, un punto e mezzo in meno rispetto a Valeria Valente. E lui, sprezzante, già parla da candidato in pectore: “Fin da ora dobbiamo sapere che la sfida da affrontare è durissima e richiede una netta svolta politica e amministrativa”. Quasi a far intendere che l’avversario non è nel Pd. Ma si chiama Luigi de Magistris.