Basta diktat. Sull’Austerity trattativa da pari a pari con Bruxelles. No a manovre correttive. Lettera condivisa all’Ue

Un vertice, una lettera, un consiglio europeo. Dovrebbe essere questo l’ordine degli eventi con cui il governo si prepara a rispondere all’offensiva di Bruxelles pronta a calare sui conti pubblici dell’Italia la mannaia della procedura d’infrazione. Il vertice del premier con i suoi vice, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, potrebbe esserci domani. Un’occasione per fare il punto sulla trattativa con l’Ue e per confrontarsi sulla lettera che Giuseppe Conte invierà all’Europa.

REPLICA A SEI MANI. La conferma arriva dallo stesso Salvini: “Ci vedremo prima di spedirla”. Giovedì il premier volerà a Bruxelles per partecipare al Consiglio europeo. La lettera potrebbe partire in quelle ore e c’è chi non esclude che possa venire consegnata addirittura a mano al presidente uscente della Commissione Jean-Claude Juncker. Nel governo – diffonde ottimismo Conte – “c’è una rinnovata fiducia, dobbiamo lavorare con unità di intenti”. Con un duplice obiettivo: “Scongiurare l’infrazione e rivendicare un apporto critico da parte dell’Italia – assicura -. Siamo all’aurora di una nuova legislatura, a un passaggio critico per l’Europa”. E di questo contributo critico, contenuto nella lettera, Conte anticipa la sostanza: “Il primato della finanza non offre delle chance di crescita all’Europa nel segno dello sviluppo sociale, dell’equità, della solidarietà. I dettagli li conoscerete nei prossimi giorni”.

DUE PESI E DUE MISURE. Il ragionamento di Conte dovrebbe mantenersi su un canale più politico fra il tema delle regole con un accenno alla richiesta di parità di trattamento tra tutti i paesi (vedi la Germania che infrange le regole sul surplus commerciale) e la tesi che l’austerity non ha funzionato come avrebbe dovuto. Dentro anche un richiamo a una maggiore condivisione nelle scelte. Il pensiero corre alla partita delle nomine. Che il governo aggancia a quella della procedura d’infrazione. “L’Italia – ha rivendicato Conte – è partecipe di questo processo, è pienamente coinvolta”. Se al nuovo organigramma dei vertici europei “si arriverà subito o si allungheranno i tempi non è importante, quello che conta è individuare personalità di spessore”.

Il premier ha spiegato di aver avuto un confronto ad ampio spettro con il presidente francese Emmanuel Macron: “Gli ho parlato anche della procedura di infrazione. L’ho trovato molto attento alle ragioni dell’Italia”. I dettagli della lettera non dovrebbero riguardare numeri sui quali sta ragionando al Mef il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Il punto è far passare un cambiamento nei saldi di bilancio che attesti il contenimento del deficit per quest’anno al 2-2,1% senza varare manovre correttive.

JOLLY TESORETTO. Prossimo appuntamento è l’assestamento del bilancio dello Stato che arriverà entro la fine del mese. Su quel testo saranno messe nero su bianco le entrate tributarie (il gettito Iva per lo più) e da dividendi (gli utili delle aziende di Stato) su cui si nutrono grandi attese. Poi ci sono i risparmi provenienti da reddito di cittadinanza e quota 100. L’idea è quella di replicare il congelamento di tali somme come venne fatto a dicembre scorso. L’Ue chiede garanzie anche per il 2020. In quel caso si potrebbe pensare a una norma che ridimensioni le risorse stanziate per le due misure bandiera di M5S e Lega. Ma su questo la trattativa all’interno del governo si preannuncia tutt’altro che semplice.