Basta incentivare i profughi. Parla l’europarlamentare azzurra Ronzulli: la Merkel rema contro. Sulla lotta all’immigrazione i tedeschi se ne lavano le mani. Mogherini troppo debole

I capi di Stato europei si riuniscono una volta al mese per votare le direttive economiche sugli stanziamenti al vaglio di Bruxelles. Per l’approvazione occorre l’unanimità. Quando il tema è l’immigrazione, sapete qual è la prima mano che si alza sul voto contrario a ogni soluzione economica? Chi ha detto la Merkel ha indovinato. «Ai tedeschi non importa nulla degli sbarchi di profughi e clandestini in Italia e Grecia. Così come a tutti gli stati del Nord e alla Francia non interessa risolvere il problema». La sintesi di Licia Ronzulli, europarlamentare e Ufficio di presidenza di Forza Italia, spiega bene la situazione.
Quindi se non si vuole aumentare il finanziamento economico di Frontex perché l’Ue non si accolla le spese del governo italiano e ripartiamo da Mare Nostrum?
«Mare Nostrum non deve essere la soluzione. È vero che può salvare tante vite umane ma così facendo immigrati e scafisti hanno un incentivo in più per tentare la traversata. Tanto sanno che una volta avvistati vengono soccorsi dai traghetti, anche a migliaia di miglia dalla costa».
E allora qual è la soluzione?
«I centri di accoglienza. Che non vanno fatti in Italia ma alla frontiera libica. Organizzati da interforze europee e locali, magari utilizzando i militari. Per due o tre anni. Con lo scopo di evitare le partenze e identificare gli immigrati. In modo che possano partire per l’Europa, con traghetti appositi e non mezzi di fortuna, soltanto coloro che hanno un motivo valido per espatriare. E non tutti come accade adesso negli sbarchi organizzati dalla criminalità che portano in Italia il 70% di clandestini, molti dei quali criminali e terroristi, e solo un 30% di profughi».
Eppure la Merkel ha mostrato grande interesse per la crisi in Ucraina…
«Ovvio che Mosca e Kiev le interessano. Con la scusa della pace ha negoziato accordi commerciali di grande utilità per la Germania. A cominciare dal gas… ».
E l’Italia cosa può fare per farsi ascoltare?
«Abbiamo perso una grande occasione con il semestre di presidenza. Il governo Renzi avrebbe dovuto porre l’attenzione sull’istituzione di un commissario europeo per l’immigrazione. Con una procedura d’urgenza. Ma non l’ha fatto…».
Ma non si può organizzare un summit sull’immigrazione, alla luce anche del fatto che a sbarcare tra i profughi ci sono pure i jihadisti?
«Certo che si può fare. L’esodo non è tout court ma riguarda la politica estera della Ue. Dovrebbe prendere l’iniziativa la Mogherini. Ma non la prende perché è debole. Con la sua nomina Renzi è caduto nella trappola della Merkel, a cui fa sicuramente comodo avere un commissario estero che conta poco o nulla. La Mogherini dovrebbe aprire un tavolo con i paesi membri sull’immigrazione, perché è un problema europeo non italiano, e dire: non si va a dormire finché non si trova una soluzione».