Battisti non vuole più stare in isolamento. L’ex terrorista annuncia lo sciopero della fame. Ma intanto incassa 45 giorni di sconto sulla pena che sta scontando nel carcere di Oristano

“Avendo esaurito ogni altro mezzo per far valere i miei diritti, mi trovo costretto a ricorrere allo sciopero della fame totale e al rifiuto della terapia”. E’ quanto afferma l’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo, Cesare Battisti, da più di un anno estradato in Italia dopo il suo arresto in Bolivia. Dal carcere di Oristano, dove si trova in isolamento, l’ex Pac ha scritto una lettera affidandola al suo legale, l’avvocato Davide Steccanella, annunciando lo sciopero della fame e il rifiuto a sottoporsi alla terapia per la malattia di cui soffre. Una protesta contro il regime di isolamento al quale è ristretto da oltre un anno e mezzo.

“La morsa del Dap – si legge nella missiva di Battisti – messa puntigliosamente in esecuzione dalla autorità del carcere di Oristano, ha resistito provocatoriamente a tutti i miei tentativi di far ripristinare la legalità, e la dovuta concessione dei diritti previsti in legge, ma sempre ostinatamente negati. Pretendere un trattamento uguale a quello di qualsiasi altro detenuto è una contesa continua, estenuante e che coinvolge gli atti più ordinari del mio quotidiano: l’ora d’aria; l’isolamento forzato e ingiustificato; l’insufficiente attendimento medico; la ritensione arbitraria di testi letterari; le domandine sistematicamente ignorate; oggetti di varia utilità e strumenti di lavoro negati”.

Battisti oltre ad annunciare la protesta, appellandosi alla fine del regime di isolamento, chiede “che sia rivista la classificazione nel regime di Alta Sicurezza (AS2) per terroristi “in quanto non esistono più di fatto le condizioni di rischio che la giustificherebbero”. Ma, intanto, il magistrato di Sorveglianza di Cagliari, Maria Cristina Lampis, ha recentemente concesso all’ex terrorista la liberazione anticipata, ossia i “45 giorni di riduzione pena” previsti per ogni semestre scontato in caso di buona condotta. Battisti, ha scritto il magistrato, “nel corso della carcerazione subita ha dato prova di partecipazione all’opera di rieducazione, facendo, inoltre, registrare una condotta regolare”.