Bce, aumento tassi 2022: cosa significa, quando e quali sono le conseguenze

Bce, aumento tassi di interesse: cosa comporta la decisione della Banca Centrale Europea e quali sono le reazione del mercato economico.

Bce, aumento tassi 2022: cosa significa, quando e quali sono le conseguenze

Bce, aumento tassi di interesse: ecco quali saranno le conseguenze nei prossimi mesi per il mercato finanziario e bancario ma anche per le famiglie che hanno intenzioni di investire e comprare ad esempio una casa.

Bce, aumento tassi: cosa significa

La Bce (Banca Centrale Europea) ha annunciato che nei prossimi mesi ci sarà un aumento dei tassi. Allo stesso tempo, la Bce ha deciso di interrompere anche il PEPP (Pandemic emergency purchase programme), ossia il programma finanziario (fondi per persone e imprese) avviato nel marzo 2020 per contrastare l’impatto della pandemia sull’economia dell’area euro. Aumentando i tassi di interesse significa che quando le banche centrali prestano denaro alle altre banche aumenta il costo del denaro e di conseguenza le persone saranno meno portate ad investire

La scelta della Bce dovrebbe servire a frenare l’aumento dei prezzi e preservare il potere d’acquisto dei consumatori. “Le nuove proiezioni – ha spiegato la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde- prevedono un’inflazione annua al 6,8% nel 2022, prima che scenda al 3,5% nel 2023 e al 2,1% nel 2024″.

Da quando e quali sono le conseguenze

Luglio 2022 segnerà il primo aumento sul costo del danaro nell’area euro da 11 anni a questa parte. «Prevediamo di aumentare nuovamente i tassi di interesse di riferimento della Bce a settembre. La calibrazione di questo aumento dei tassi dipenderà dalle prospettive aggiornate sull’inflazione a medio termine. Oltre settembre, sulla base della nostra valutazione attuale, prevediamo che sarà appropriato un percorso graduale ma sostenuto di ulteriori aumenti dei tassi di interesse», ha spiegato la Legarde in conferenza stampa ad Amsterdam.

Poi, ci sarà nel mese di settembre un secondo step di aumenti di tassi. «Se le prospettive di inflazione a medio termine dovessero persistere o peggiorare — si legge nel comunicato del board di Francoforte — un aumento maggiore sarebbe appropriato alla riunione di settembre. Oltre settembre, sulla base della sua attuale valutazione, il Consiglio direttivo prevede che sarà appropriato un percorso graduale ma sostenuto di ulteriori rialzi dei tassi di interesse. In linea con l’impegno del Consiglio direttivo a raggiungere l’obiettivo del 2% a medio termine, il ritmo con cui il Consiglio direttivo adeguerà la propria politica monetaria dipenderà dai dati in arrivo e da come valuterà l’evoluzione dell’inflazione a medio termine».

Le prime conseguenze sono state segnalate dalle borse europee con lo spread che, dopo l’annuncio, ha raggiunto i 214 punti base. Milano perde l’1,5%, con Francoforte, Amsterdam e Parigi che oscillano su un calo di un punto percentuale. La Borsa di Madrid cede lo 0,8%, con Londra in calo dello 0,7%. L’euro resta piuttosto stabile sopra quota 1,07 contro il dollaro, mentre resta forte la tensione sui titoli di Stato, con il Btp a 10 anni che ha toccato un rendimento del 3,55% e lo spread contro il Bund tedesco a quota 210.

Altre conseguenze coinvolgeranno le famiglie che decideranno di investire e comprare casa con tassi di interesse variabili molto alti. Di conseguenza, i muti saranno molto cari nei prossimi mesi.

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