Bene l’efficientamento energetico ma serve un nuovo Recovery

Parla il capodelegazione del M5S al Parlamento europeo, Tiziana Beghin: "Bruxelles si faccia carico dei costi del provvedimento".

Bene l’efficientamento energetico ma serve un nuovo Recovery

Nelle prossime settimane è attesa la direttiva europea per l’efficientamento energetico degli edifici. Entro il 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno essere in classe energetica E. Circa il 60% degli edifici si colloca oggi tra la classe F e G. Entro il 2033 la direttiva impone il passaggio obbligato alla classe D. Il nostro Paese conta un parco immobili vecchio. Secondo uno studio di “Silvi costruzioni edili” 6 immobili su 10 sono obsoleti. Ne abbiamo parlato con Tiziana Beghin, capodelegazione del M5S al Parlamento europeo.

È in arrivo la direttiva europea per l’efficientamento energetico degli edifici. Quali sono i suoi punti qualificanti?
“L’obiettivo della direttiva è quella di aumentare l’efficienza energetica degli edifici europei. Questa è sicuramente una opportunità per tutti gli italiani che hanno il diritto, ma anche l’interesse, a possedere e vivere in immobili che siano moderni ed efficienti dal punto di vista energetico. Inoltre, ristrutturando le case contribuiremmo a ridurre le emissioni inquinanti e sosterremo l’economia creando nuovi posti di lavoro nel campo dell’edilizia, così come già avvenuto con il Superbonus. La proposta è attualmente in discussione al Parlamento europeo. La Commissione Industria ed Energia voterà la sua posizione il 9 Febbraio e poi ci dovrà essere il voto in plenaria. Solo allora si entrerà nel vivo dei negoziati con gli Stati membri”.

Quali sono i rischi che corrono i cittadini che hanno case con prestazioni energetiche basse?
“I cittadini che vivono in immobili con performance energetiche basse pagano evidentemente bollette più alte perché l’isolamento non è ottimale e c’è una maggiore dispersione del calore. Ieri Eurostat ha pubblicato uno studio molto interessante mettendo in relazione il valore delle case nei vari Stati membri nel terzo trimestre 2022 rispetto al 2010. L’Italia è l’unico Paese europeo, assieme alla Grecia, dove il valore è diminuito. In Estonia è aumentato del 200%, in Germania del 95%, in Olanda del 70%, in Francia del 35%. Questo significa anche che la ricchezza nel nostro Paese diminuisce, investire nell’edilizia è dunque un vantaggio per gli italiani, non il contrario”.

In meno di dieci anni con la direttiva Ue si chiede ai proprietari di intervenire sulle proprie case. In mancanza di adeguate agevolazioni il costo dell’operazione potrebbe essere alto e ricadere in maniera significativa sui cittadini.
“Attenzione, io ho letto l’ultima bozza del relatore che circola al Parlamento europeo e non è vero che è inserito il divieto di vendita o di locazione degli immobili con classi energetiche basse. Chi lo sostiene alimenta demagogia e propaganda. Per noi è essenziale che la riforma europea per l’efficientamento energetico degli edifici sia accompagnata da un nuovo Recovery fund che abbia come missione principale quella di finanziare un Superbonus a livello europeo. C’è un problema di risorse ed è giusto che sia l’Unione europea a trovare una soluzione comune per recepire gli obiettivi della direttiva”.

La strategia del governo Meloni che ha scelto di depotenziare il Superbonus contrasta con la transizione ambientale e la tutela della casa?
“La destra ha una mentalità fortemente conservatrice e non intuisce le grandi potenzialità offerte dalla transizione sostenibile e ambientale. Grazie al Superbonus i cittadini coinvolti hanno risparmiato 600milioni di euro in bolletta e ridotto del 50% le emissioni inquinanti prodotte dagli edifici in cui vivono. È questa la strada giusta, lo dice anche l’Europa”.