Beppe Grillo “usa e getta”. E’ lui il vero rottamatore

di Angelo Perfetti

Osannano la Gabanelli, poi la massacrano. Puntano su Rodotà, poi lo rottamano. Ma che succede nella testa di Grillo e dei suoi? La psicanalisi può aiutare: disturbo narcisistico di personalità. Consiste nella tendenza a reagire difensivamente quando la persona percepisce una ferita al proprio valore. Come reazione è facile che la persona adotti atteggiamenti superbi, arroganti, che disprezzi gli altri e li ritenga le cause dei suoi problemi. Gli esempi sono storia di questi giorni: la Gabanelli è stata considerata rea di aver “utilizzato” la propria verve d’inchiesta non solo verso i poteri forti ma anche nei confronti di chi fino a poche ore prima l’aveva osannata; la rete si è scatenata contro la “Presidente” fino a definirla “serva del potere”. Un’altra voce critica viene subissata da fischi. E’ quella di Rodotà, altro personaggio che il M5S avrebbe voluto come presidente della Repubblica, colpevole di aver detto a Grillo che il suo atteggiamento vittimista contro gli elettori italiani era profondamente sbagliato, e che sarebbe servita una sana autocritica. In campo stavolta è sceso addirittura il leader Beppe Grillo, che ha apostrofato Rodotà come “ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi”. Una sortita che non solo ha provocato le ire di gran parte del mondo politico – e questo, visto dall’ottica dei grillini, è il meno – ma ha dato un ulteriore scossone alla solidità della base del movimento. Con una quota parte di difesori d’ufficio le cui arringhe su internet spesso si sono rivelate peggiori della gaffe del leader.

Il Movimento 5 Stelle – che pure è nato su istanze largamente condivise anche da chi non lo ha votato – così rischia di implodere. I toni forti, il linguaggio sprezzante, possono andar bene se riferiti al nemico partitocratico che ha distrutto l’Italia, ma non possono diventare la cifra comunicativa di ogni uscita pubblica. Può servire – forse – ha fidelizzare quella parte dei grillini estremista, complottista; ma il popolo degli scontenti non è fatto solo di integralisti. E non a caso gli eletti, pur rispettando la leadership, hanno iniziato a fare dei distinguo: abbiamo una testa, sappiamo pensare”.