Il Papa è arrivato in Africa. Francesco è atterrato alle 14:40 in Kenia per il suo primo viaggio nel continente nero. Un viaggio che rischia di diventare pericoloso. L’intelligence francese, infatti, ha messo in guardia Bergoglio: i tagliagole dello Stato Islamico potrebbero colpire. Così il Papa sfida il terrore. Non solo non annullando il viaggio. ma sfilando persino per le strade di Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana con la Papamobile scoperta.
LE TAPPE – In una terra in cui violenza e terrorismo vengono alimentati dalla povertà e dalla disperazione ma anche dall’indottrinamento estremista, Francesco ribadirà che invocare il nome di Dio per giustificare uccisioni e stragi è una bestemmia. Un momento significativo della tappa kenyota sarà il discorso al quartier generale dell’Onu in Africa, ormai alla vigilia del Cop21 di Parigi, il summit sui mutamenti climatici. Il Papa ha dedicato nel giugno scorso un’enciclica ai temi dell’ambiente, mostrando come la lotta all’inquinamento non può essere disgiunta dalla lotta alla povertà e dalla messa in discussione dell’attuale sistema di sviluppo. A caratterizzare la seconda tappa del viaggio, quella in Uganda, oltre alla celebrazione del cinquantesimo anniversario della canonizzazione dei martiri di Namugongo, saranno i temi dell’esclusione sociale e della piena partecipazione di tutti alla vita della società. Le abbondanti risorse naturali, come le riserve petrolifere nella regione del Lago Alberto, non si traducono in ricchezza per tutti ma acuiscono il divario tra i pochi ricchi e il resto della popolazione. Le terza e più delicata tappa è quella nella Repubblica Centrafricana. Rimasta in forse fino all’ultimo, a causa dell’instabilità e della scarsità di sicurezza nella capitale Bangui, dove anche negli ultimi giorni sono continuati gli scontri ammantati di motivazioni religiose ma provocati anche da altre ragioni.
LA SICUREZZA – Da venerdì è a Bangui il responsabile della sicurezza del Papa, il capo dei Gendarmi Domenico Giani. L’arrivo di 300 Caschi Blu dell’Onu senegalesi, che rimarranno nel Paese durante lo svolgimento delle elezioni presidenziali previste per il mese prossimo, dovrebbe garantire un tranquillo svolgimento della visita. Francesco ci tiene particolarmente a inaugurare in anticipo il Giubileo della Misericordia nella cattedrale di Bangui, aprendo la Porta Santa di quella diocesi in anticipo di oltre una settimana rispetto a quella della Basilica di San Pietro. Non era mai accaduto prima. Particolarmente significativa, se il programma verrà rispettato, la visita nella moschea della capitale Centrafricana. Non mancheranno inoltre, durante questa trasferta nelle periferie del mondo, dei momenti di vicinanza ai più poveri tra i poveri, come la visita al quartiere di Kangemi a Nairobi o alla Casa della Carità a Nalukolongo, in Uganda.