Berlusconi in difficoltà

di Vittorio Pezzuto

Ammettiamolo, mai campagna elettorale è stata così fiacca di notizie e proposte. Il rinnovo del Parlamento di Bruxelles, da sempre percepito in Italia più come un test probante sullo stato di salute dei partiti che come un’occasione per tentare di dare una risposta precisa ai temi europei più importanti (ruolo dell’euro, obblighi legati al Fiscal compact, natura e poteri delle istituzioni europee), ha infatti subìto il suo vero scossone con le inchieste in corso sulle tangenti per l’Expo, l’arresto dell’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola e la condanna in contumacia dell’ex braccio destro Marcello Dell’Utri. A subire i contraccolpi maggiori di questa deriva è innanzitutto il leader di Forza Italia. Costretto a una difficilissima rimonta, Silvio Berlusconi non sembra aver ancora trovato l’idea vincente. Dopo aver preso parte nel week-end alla manifestazione animalista promossa a Milano da Vittoria Brambilla, ieri sembrava più che altro concentrato sulle difficoltà del suo Milan. In un’intervista rilasciata al Tgcom24 ha quindi cercato di allontanare il suo fragile partito dall’ennesimo tsunami giudiziario in atto. Lo scandalo dell’Expo? «Non riguarda la mia parte politica ma persone della vecchia Tangentopoli. Comunque c’è molta aria fritta». L’arresto di Scajola? «Non è più nel nostro partito da anni». E il “libanese” Dell’Utri? «Lo conosco dall’Università, è una delle migliori persone, è un dirigente validissimo, ha una biblioteca straordinaria e una meravigliosa famiglia, è un credente e da 20 anni è sottoposto ad una tortura, forse perché era vicino a me». Pensieri e parole che difficilmente serviranno ad arginare una forte astensione e un ancora più forte voto di protesta a favore di Beppe Grillo, se la stessa sondaggista di fiducia Alessandra Ghisleri ammette che queste vicende costituiscono «un vero shock che di fatto annulla tutto il lavoro ed i sondaggi effettuati finora».

Il tempo stringe
Tutto da rifare quindi, o quasi. Ecco perché il Cav sembra aver deciso di indossare finalmente la casacca dell’oppositore senza “se” e senza “ma”. Si dichiara infatti «pessimista» sul governo presieduto da Matteo Renzi, che definisce «tutto di sinistra. Alfano e gli altri che erano stati eletti con il nostro simbolo del Pdl, erano stati eletti per contrapporsi alla sinistra. Ora per amore diciamo… di carriera sono lì a sostenere un governo di sinistra, tre ministri su 23, e sono diventati la stampella che consente a questo governo di stare in piedi». Un governo che ha deluso soprattutto sul piano delle riforme, stravolgendo l’impianto delle modifiche costituzionali e tradendo i patti anche sull’Italicum («Il premier, pressato dai suoi, ha cambiato la proposta in modo inaccettabile»): argomento che, all’indomani di un possibile tracollo elettorale, potrebbe portare all’azzeramento del testo di riforma elettorale.
Ma è sul piano delle proposte che Berlusconi non ha ancora trovato la parola d’ordine decisiva. Per prendere voti non gli basterà sostenere che «bisogna eliminare Equitalia e tornare all’Agenzia delle Entrate» così come promettere alle casalinghe una pensione fino a mille euro. Servirà quel quid di concretezza e fantasia che alle ultime politiche gli consentì di recuperare tre punti percentuali sul tema dell’Imu, quando a milioni di elettori venne recapitata una lettera simile in tutto e per tutto a quelle ufficiali intitolata “Modalità e tempi per accedere nel 2013 al rimborso dell’Imu pagata nel 2012 sulla prima casa e se terreni e fabbricati agricoli”. Una genialata che difficilmente potrà essere replicata bladendo l’elettorato senile con la promessa del bonus dentiere. Il tempo ormai stringe e stavolta mancano persino i soldi per spedire lettere ai potenziali beneficiari delle nuove protesi…