Berlusconi salta il processo per malattia. L’ultima frontiera dell’impunità. Parla il deputato di Alternativa c’è, Colletti: “I ricoveri avvenivano solo alla vigilia delle udienze”

Per il deputato de L’Alternativa, Andrea Colletti: "Bisognava pensarci prima e farsi due domande sui ricoveri di Berlusconi".

Berlusconi salta il processo per malattia. L’ultima frontiera dell’impunità. Parla il deputato di Alternativa c’è, Colletti: “I ricoveri avvenivano solo alla vigilia delle udienze”

“Bisognava pensarci prima e farsi due domande sui ricoveri di Berlusconi che accadevano all’indomani dei processi“. A dirlo è Andrea Colletti, deputato de L’Alternativa c’è, convinto che qualcosa nella Giustizia non stia funzionando.

Preoccupano le condizioni di salute di Berlusconi dopo che i giudici hanno rinviato il Ruby ter perché “seriamente malato”. Ma è normale che non si riesca a portare a termine il processo?
“Per quanto riguarda la legge, il fatto che un imputato non possa partecipare a un processo ne impedisce la celebrazione. Il vero problema che ci si doveva porre è quanto succedeva nel passato, anche recente, dove i ricoveri avvenivano in concomitanza delle udienze. Capisco tutto ma mi sarei aspettato un controllo maggiore da parte del Tribunale. Del resto sappiamo che queste modalità, spesso, sono usate per sfuggire dai processi”.

Dopo trent’anni sembra non essere cambiato nulla. I procedimenti nei confronti del Cavaliere sono fermi al palo e Berlusconi è tornato al governo. Come se lo spiega?
“È un’anomalia italiana che va avanti da troppi anni. Riguarda il sistema partitico-politico ma non solo. Dobbiamo ricordarci che qualcuno queste persone le vota e come cittadini, mi ci metto anch’io di mezzo, dobbiamo tenere a mente le nostre responsabilità quando andiamo a votare. Pensi che molti parlano di terza repubblica ma la realtà è che questa non è mai nata e viviamo in un’epoca che credevamo superata”.

La Corte Ue si appresta a valutare se l’Italia ha violato il diritto alla difesa di Berlusconi nel caso Mediaset. Eppure i giudici se la sono presa comoda e la questione verrà definita a distanza di sette anni dal ricorso. Come mai tale ritardo?
“In realtà la questione è stata ripresa in mano dai giudici sulla base dell’istanza presentata da Berlusconi e basata su nuove prove, tra cui quella dell’audio postumo del giudice Franco. Consideri che la Corte ha dato tempo all’Italia fino al 15 settembre per rispondere a una serie di quesiti e ciò dimostra che non c’è né l’urgenza né la fondatezza della richiesta. Ad ogni modo sono passati tutti questi anni perché la difesa di Berlusconi ha atteso che alcuni dei protagonisti non potessero più testimoniare così da evitare di essere sbugiardati”.

Quel che è certo è che l’udienza davanti alla Cedu si preannuncia esplosiva col giudice Esposito che ha chiesto di partecipare per dimostrare la bontà della sentenza. Lei che idea si è fatto sul caso?
“Guardi Berlusconi si è difeso pure troppo perché lo ha fatto anche attraverso le leggi che si è fatto approvare per essere prescritto o assolto. Qualcosa che le persone normali non si possono permettere. Ci sarebbero dovute essere conseguenze politiche, basti ricordare la compravendita di senatori, per le quali questo personaggio doveva essere squalificato dall’opinione pubblica e dai partiti”.

In Parlamento si discute della riforma della Giustizia e soprattutto del tema caro a Berlusconi della prescrizione. Per risolvere l’impasse, si pensa di rispolverare la proposta Orlando. Le piace questa ipotesi?
“La ritengo risibile e superata. Se vogliamo risolvere i problemi di durata del processo, dobbiamo incentivare il ricorso ai riti alternativi senza eliminare la prescrizione ma prevedendo regole chiare per la sua sospensione. Il vero problema, però, è l’ordinamento giudiziario che in questi anni è stato fatto apposta per non far celebrare i processi. Per la prescrizione spero che i miei ex compagni dei 5 Stelle non si abbassino ad eliminare una delle poche leggi buone che hanno fatto”.