La Bestia… nera del Capitano. Tre testimoni accusano Morisi di aver ceduto stupefacenti. Nella villa del guru della comunicazione di Salvini trovata pure cocaina

Luca Morisi, ex deus machina dei media di Matteo Salvini, è finito nel mirino della Procura di Verona per una brutta vicenda legata alla droga.

La Bestia… nera del Capitano. Tre testimoni accusano Morisi di aver ceduto stupefacenti. Nella villa del guru della comunicazione di Salvini trovata pure cocaina

Dalle stelle alle stalle. Si può riassumere così la parabola di Luca Morisi, l’ex deus machina dei media di Matteo Salvini, che venerdì ha lasciato il suo incarico di spin doctor del Capitano (leggi l’articolo) e, dopo appena tre giorni, è finito nel mirino della Procura di Verona per una brutta vicenda legata alla droga (leggi l’articolo). Il guru della comunicazione e capo della Bestia, ossia la macchina che cura i profili social di Salvini e ne ha fatto la sua fortuna, è finito sotto indagine per cessione e detenzione di stupefacenti.

L’INDAGINE. A mettere nei guai Morisi è stata un’operazione di routine avvenuta intorno a Ferragosto quando una pattuglia dei carabinieri del comando locale ferma un’automobile. A bordo ci sono tre ragazzi che mostrano eccessivo nervosismo e ciò basta ai militari per convincerli che stessero nascondendo qualcosa. Per questo li fanno scendere e subito dopo iniziano a controllare la vettura dove scovano un flacone sospetto con del liquido al suo interno. Convinti che si tratti di una qualche sostanza per sballarsi, iniziano a mettere sotto torchio i ragazzi sperando di carpire qualche informazione utile alle indagini.

Stando a quanto trapela, uno di loro se la canta e racconta dove, come e da chi hanno acquistato la sostanza. Ma è il nome del presunto pusher indicato dal ragazzo a far sobbalzare gli agenti: “Ce l’ha data Luca Morisi che abita a Belfiore”. Che le cose siano andate davvero così, è tutt’ora da accertare, ma proprio quelle parole danno il via all’indagine che sta mettendo in forte imbarazzo il Capitano. Una vicenda ancora oscura dove, al momento, non c’è certezza neanche su quale sia la sostanza contenuta nel flacone su cui sono in corso accertamenti specifici.

Può sembrare poco rilevante sapere la natura del misterioso liquido ma non è affatto così. Proprio il tipo di stupefacente, infatti, può fare la differenza su come qualificare la vicenda e su quale reato si può eventualmente contestare. Se dovesse trattarsi di una sostanza come il Gbl, detta “droga dello stupro”, o del Ghb, nota come ecstasy liquida, la sola detenzione rappresenterebbe un reato. Se, invece, dovrebbe trattarsi di qualche altra sostanza come il Popper, una sostanza legale in Italia, potrebbe non configurarsi alcun reato.

QUESTIONE DI DIRITTO. Che potrebbe trattarsi proprio di una sostanza legale lo fanno pensare sia le parole della procuratrice della Repubblica di Verona, Angela Barbaglio, che dalla lettera con cui proprio l’ex guru di Salvini ha dato la notizia dell’indagine. Per il vertice dell’ufficio giudiziario “si tratta di un fatto banale per quanto riguarda l’autorità giudiziaria. Morisi è iscritto nel registro degli indagati per supposta cessione di sostanza stupefacente, sulla cui natura si attende ancora l’esito delle analisi”.

Il magistrato spiega anche che durante la perquisizione della villa di Morisi i carabinieri “hanno trovato una piccola quantità di cocaina per uso personale e questa detenzione configura solo un illecito amministrativo e non penale”. A far pensare che la situazione sia proprio quella di una sostanza legale emerge soprattutto dal testo della lettera dell’ex spin doctor in cui scrive: “Non ho commesso alcun reato ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo. Chiedo innanzitutto scusa per la mia debolezza e i miei errori a Matteo Salvini e a tutta la comunità della Lega a cui ho dedicato gli ultimi anni del mio impegno lavorativo” e fa sapere di aver “rassegnato il 1° settembre le dimissioni dai miei ruoli all’interno della Lega: è un momento molto doloroso della mia vita, rivela fragilità esistenziali irrisolte a cui ho la necessità di dedicare tutto il tempo possibile nel prossimo futuro, contando sul sostegno e sull’affetto delle persone che mi sono più vicine”.

Inevitabilmente la vicenda ha scatenato diverse reazioni. Matteo Renzi sottolinea che “non faremo a Morisi quello che la Bestia ha fatto a noi in vicende molto meno serie mentre la ministra 5S delle Politiche giovanili Fabiana Dadone incalza il Capitano (leggi l’articolo): “Mi chiedo se qualcuno citofonerà a casa di Salvini, spero non succeda perché le fragilità umane non devono essere oggetto di propaganda”. Parole a cui il leader leghista ha risposto piccato: “Se dovessi commentare le vicende di casa Grillo, saremmo ancora qua a parlare. Per rispetto del prossimo non commento casi personali”.

Leggi anche: L’ex guru dei social del Capitano è indagato per droga. Salvini pubblica su Facebook una foto con Morisi: “Luca ha fatto male a se stesso più che ad altri”.

“Sono spiaciuto della schifezza mediatica che condanna le persone prima che sia un giudice, un tribunale a farlo” ha detto, questa mattina, Salvini tornando a parlare del caso Morisi. “Non conosco la vicenda, sono vicende personali” ha aggiunto il segretario della Lega ripetendo che “Luca è una gran brava persona, un amico”. Ci sono giornalisti che sbattono “il mostro in prima pagina. Se poi la settimana prossima uscirà, come sono convinto, che il dottor Luca Morisi non ha commesso alcun reato, chi gli restituirà la dignità? Chi gli chiederà scusa?”.

“In un Paese civile – ha detto ancora Morisi – prima di condannare qualcuno, prima di sputtanare qualcuno si aspetta che sia la giustizia a fare il suo corso. E faccio un esempio. Per mesi le prime pagine dei giornali hanno parlato dei fondi russi, Salvini ha preso i soldi dalla Russia, scandali, inchieste intercettazioni. E il risultato dopo anni di infamie: zero. Se tutti attaccano solo la Lega siamo gli unici che danno veramente fastidio a un sistema che vorrebbe portare indietro l’Italia: Se Luca ha sbagliato nella sua vita privata sono il primo a dirgli ‘ma che diamine hai fatto? Ma perché? Però è una vicenda privata. Io non mi sono mai permesso di commentare le vicende del figlio di Grillo o degli amici di Conte o di qualche altro politico di sinistra. Io mi fermo davanti all’uscio di casa”.