Blitz sulle intercettazioni. Carta bianca ai Servizi Segreti

Il Governo taglia le intercettazioni alle Procure. Poi però autorizza i Servizi Segreti ad ascoltare chi vogliono e senza limiti.

Tra le novità della Manovra previste negli emendamenti messi a punto dal governo, a sorpresa, spuntano regole ad hoc per le intercettazioni degli 007. “È sospetta la fretta con cui il governo ha inserito in Manovra un emendamento sulle intercettazioni preventive. Non capiamo cosa voglia il ministro Carlo Nordio (nella foto): le intercettazioni sono brutte e cattive quando sono in mano ai magistrati e belle e buone quando le fanno gli 007?”, dichiara Devis Dori dei Verdi-Sinistra italiana.

Il Governo taglia le intercettazioni alle Procure. Poi però autorizza i Servizi Segreti ad ascoltare chi vogliono e senza limiti

Eh già perché da una parte l’esecutivo prepara la stretta sulle intercettazioni giudiziarie, quelle chieste da un pm e autorizzate da un gip in presenza di una notizia di reato e nel rispetto delle garanzie di legge. Dall’altro si abbattono i paletti alle intercettazioni preventive e segrete, effettuate dalle agenzie d’intelligence nei confronti di cittadini non indagati, persino nei loro luoghi di privata dimora.

E in più spostando la relativa capacità di spesa dal ministero della Giustizia “all’apposito programma concernente il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica”, che fa capo alla Presidenza del Consiglio: un modo, denuncia l’ex ministro Pd Andrea Orlando, con cui si sganciano le intercettazioni preventive “da ogni ancoraggio dalle intercettazioni investigative e si pongono sotto il controllo politico. Stato di Polizia?”, si chiede su twitter.

Intanto, per autorizzare gli 007 a spiare i cittadini a casa loro non serve più che il procuratore “lo ritenga necessario” valutando gli “elementi investigativi che giustifichino l’attività di prevenzione”: basta che le agenzie autocertifichino che le intercettazioni sono “indispensabili” per la loro attività. Anche il via libera alle proroghe diventa più semplice: non dev’essere più “dato chiaramente atto dei motivi” che le rendono necessarie, ma basta che siano “indicati“.

Poi viene moltiplicato per sei volte il periodo in cui, una volta concluse le intercettazioni, i servizi possono trattenere i nastri senza depositarli in Procura per la distruzione: da cinque giorni si passa a trenta. E soprattutto si prevede che “su richiesta motivata dei direttori dei servizi (…), comprovante particolari esigenze di natura tecnica e operativa”, il procuratore possa “autorizzare il differimento del deposito (…) per un periodo non superiore a sei mesi“: in quel caso, da cinque giorni si potrebbe passare addirittura a 180. Non solo, ma una volta avvenuto il deposito la Procura non è più obbligata a distruggere in ogni caso le conversazioni: può autorizzare la conservazione di tutti i dati, comunicazioni comprese, fino a 24 mesi.

L’emendamento del governo alla Manovra cambia le regole sulle intercettazioni preventive dell’intelligence è quello di “razionalizzarle”

Il senso dell’emendamento del governo alla Manovra che cambia le regole sulle intercettazioni preventive dell’intelligence è quello di “razionalizzarle” e renderne più rigido il funzionamento e non di ampliarne l’utilizzo, si difendono da Palazzo Chigi. “È inaccettabile che il governo intervenga su un tema di estrema delicatezza come le attività dei servizi segreti con una modifica proposta nottetempo all’interno della legge di Bilancio.

Nel merito è preoccupante l’intenzione di affievolire le garanzie giurisdizionali previste dalla disciplina delle intercettazioni investigative fino ad oggi applicata e la previsione di distruzione del materiale raccolto. Per questi motivi abbiamo chiesto lo stralcio immediato della norma“, attaccano gli eletti del M5S in Commissione Giustizia.

E anche il presidente della Camera, il leghista Lorenzo Fontana, appare dubbioso: “Stiamo affrontando la questione. Vogliamo vedere effettivamente se ci sono eventualmente dei risparmi per cui si può considerare la norma ammissibile o è solo una questione ordinamentale. Vediamo che margini ci sono per ognuna delle ipotesi”, dice.