Ursula von der Leyen non si arrende sull’uso degli asset russi congelati per finanziare l’Ucraina. Dopo aver incassato l’indisponibilità della Bce – ribadita ieri dalla numero uno Christine Lagarde – a far da garante sull’utilizzo dei beni di Mosca, Ursula rilancia presentando due proposte alternative. La prima soluzione è un prestito Ue all’Ucraina con garanzia del bilancio europeo, che deve essere decisa all’unanimità dai 27. La seconda è un fondo di riparazione dei danni di guerra attraverso l’uso degli asset russi immobilizzati “da tutte le istituzioni finanziarie” che li detengono (dunque non solo, ma principalmente Euroclear) per fornire a Kiev un aiuto finanziario per i prossimi due anni. Quest’ultima soluzione dev’essere approvata dai 27 a maggioranza qualificata.
Ursula torna a bomba sull’uso degli asset russi ma la Bce la mette di nuovo in guardia
Ma questa seconda soluzione fantasiosa sugli asset di Mosca riceve un nuovo monito dalla Bce sui rischi che corre Euroclear. Servirà, dice Lagarde, una decisione dei leader “se esiste un rischio di instabilità finanziaria, perché uno snodo chiave della rete finanziaria in cui operiamo, cioè Euroclear, è esposto al rischio. È nostro dovere dirlo. Il secondo dovere che abbiamo è verificare che il diritto internazionale sia rispettato. Quindi, la mia forte speranza è che si aiuti l’Ucraina, che si aiuti il suo finanziamento, ma senza aggirare il trattato e senza aggirare l’imperativo della stabilità finanziaria. Ed è questo il motivo per cui il governo belga, che ha autorità su Euroclear, dove l’istituzione ha il suo quartier generale e la sua base giuridica, vuole essere garantito e sicuro che il rischio sia condiviso ‘in solido’, e non un rischio per il Belgio da solo”.