A Bologna la candidata di Italia Viva manda in pezzi il Pd. Base riformista di Lotti & C. sostiene la renziana contro il dem Lepore

La data delle primarie per scegliere il candidato a sindaco di Bologna c'è già, i candidati pure e immancabili ci sono anche le faide interne.

A Bologna la candidata di Italia Viva manda in pezzi il Pd. Base riformista di Lotti & C. sostiene la renziana contro il dem Lepore

La data delle primarie per scegliere il candidato a sindaco c’è già – il 6 giugno -, i candidati in campo pure e immancabili ci sono anche le faide interne: la città è Bologna e il partito il Pd, un copione già visto insomma, quando si parla di Pd i veleni, i fratelli coltelli, le strategie e gli ex renziani di mezzo non mancano mai. E infatti ad agitare i sonni dei dem locali ci ha pensato Isabella Conti (nella foto), esponente di Italia Viva ed attualmente sindaca di San Lazzaro, una vita nel Pd prima di seguire Matteo Renzi nella scissione, che con la sua decisione di candidarsi nel capoluogo ha creato un piccolo terremoto nel suo ex partito, con i renziani rimasti dentro sempre più tentati dal sostenerla.

Il primo a fare ufficialmente il passo è stato l’assessore al Lavoro della giunta di Virginio Merola, Marco Lombardo, che si schiera ufficialmente con Conti, attirandosi gli strali del segretario regionale Pd Paolo Calvano e quello bolognese Luigi Tosiani, con un richiamo alla lealtà degli esponenti democratici – il codice etico del partito sconsiglia vivamente di votare alle primarie candidati di altre forze politiche – verso i compagni di partito in campo. Si tratta di Matteo Lepore, assessore alla Cultura, ala sinistra Pd e dell’assessore alla Sicurezza, Alberto Aitini, che fa parte della corrente Base Riformista, sul quale per qualche ora era girata pure la voce che avrebbe potuto ritirarsi dalle primarie per fare un ticket con la Conti.

Notizia bollata poi come “infondata” da Marco Alfieri, coordinatore nazionale di Base riformista, che non esclude però un sostegno dei dirigenti bolognesi della corrente renziana all’esponente di Iv: “Crediamo nell’autonomia dei livelli territoriali. Sbaglia chi prova a strumentalizzare in chiave nazionale un confronto che riguarda i bolognesi”. Sulla questione è intervenuto anche il senatore dem Andrea Marcucci: “Il Pd ha nel proprio dna il rispetto dei territori per le elezioni amministrative. Solo i territori possono decidere i programmi, le alleanze, la necessità di ricorrere a primarie. No ad imposizioni da Roma”.

Molto duro in ogni caso il commento dell’altro candidato in campo, Lepore, che picchia sulla vicinanza della rivale a Renzi, che l’ha lanciata il 6 aprile: “Penso che sia un fatto che sia stata candidata da Matteo Renzi, perché fino a prima di Pasqua ha detto che non si sarebbe mai candidata a sindaco di Bologna”, attacca l’assessore alla Cultura che riserva una stoccata proprio all’ex segretario Pd: “Renzi ha deciso di dare una lettura nazionale delle primarie di Bologna”, accusa. E assicura di essere la figura giusta per “unire una coalizione di centrosinistra, dal M5s agli ecologisti” mentre Iv “a livello nazionale deve chiarire se c’è in questo centrosinistra”.

La “questione Bologna” investe politicamente, infatti, ambiti ben più ampi: se dovesse vincere la candidata di Renzi, il terremoto arriverebbe fino al Nazareno, scuotendo la leadership di Enrico Letta. E a guadagnarci sarebbe ovviamente il governatore Stefano Bonaccini, assicurano fonti del Pd bolognese. Che già stava scaldando i motori per la leadership nazionale prima che le dimissioni a sorpresa di Zingaretti avessero come esito imprevisto il ritorno di Letta da Parigi. e non è un caso che la stessa Conti nelle prime dichiarazioni da candidata abbia citato a più riprese il “modello Bonaccini”. Il quale, molto diplomaticamente, ha detto di stimare sia l’esponente di Iv che il candidato ufficiale del Pd Lepore, sostenuto senza dubbio dal segretario dem Letta, che sabato parteciperà ad una sua iniziativa elettorale.

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