Bot e Tweet pappagallo Così Bonaccini sovrasta la Schlein. Orlowski, esperto di Social media: “Violazioni durante il dibattito in tv”

Bot e Tweet pappagallo Così Bonaccini sovrasta la Schlein. Orlowski, esperto di Social media: “Violazioni durante il dibattito in tv”

Bot e Tweet pappagallo Così Bonaccini sovrasta la Schlein. Orlowski, esperto di Social media: “Violazioni durante il dibattito in tv”

Alex Orlowski è considerato uno dei maggiori esperti e analisti di social media e dinamiche politiche. In occasione del dibattito televisivo tra i candidati alla segreteria del Pd, Bonaccini e Schlein, ha segnalato che “l’agenzia digital di #Bonaccini ha deciso di utilizare dei sockpuppets o forse BOT in suo supporto”.

Orlowski, cosa è successo?
“Durante i dibattiti televisivi accade spesso quello che viene chiamato tecnicamente second scree ovvero le persone guardano il dibattito e commentano con il proprio cellulare. Il social d’eccellenza di real time è Twitter perché sei sicuro che nel giro di un secondo tutti possono leggerti. Una serie di account, alcuni di esponenti e simpatizzanti noti del Pd, insieme a account anomali (senza foto profilo e senza follower) hanno commentato con dichiarazioni a favore di Bonaccini. È saltato all’occhio che per mandare in tendenza l’hashtag #bonaccinisegretario ì tweet erano a pappagallo. Tecnicamente vengono chiamati sockpuppets: account che vengono gestiti dalla stessa associazione. Cosa hanno fatto quelli dell’agenzia Piave digital agency di Bologna? Mandavano su un account di whatsapp il testo del tweet da copiare e incollare. Tweet identici a pochi secondi. Un’azione coordinata che va contro le norme di Twitter che considera questa manipolazione del consenso”.

Quindi violano le regole?
“Sì. Tutti i social hanno normative sull’amplificazione non organica di hashtag e contenuti. L’aspetto buffo è che lo staff di Bonaccini ha detto di avere mandato solo degli spezzoni del discorso del candidato eppure tutti hanno copiato la stessa frase. Evidentemente ci sono state delle istruzioni precise a un gruppo di persone, evidentemente un gruppo watshapp. Anni fa faceva lo stesso la Casaleggio che utilizzava Telegram e inviava link che automaticamente preparava un testo già scritto da inviare. Non so se questo è il caso, se fosse così sarebbe un’ulteriore violazione”.

Dalla sua esperienza, che fonde politica e social, ritiene che ci sia il rischio che le manipolazioni contino più delle idee?
“Certo. Le idee ultimamente sono abbastanza deboli. I politici dicono cose molto simili e quindi quello che conta è la ripetizione del messaggio e l’affermazione del leader. Una ripetizione del messaggio è molto potente. Goebbels aveva sul comodino una copia del libro Propaganda che affermava proprio questo”.

C’è consapevolezza del fenomeno?
“Ci sono state decine di trasmissioni che ne hanno parlato. Basti pensare alla Bestia di Salvini che era composta da persone software che ha pompato a dismisura Salvini. La tecnica usata dal team di Bonaccini sarà stata condivisa dal candidato, sarà stata approvata. Ed è una tecnica irregolare su Twitter oltre che poco etica. Il Parlamento europeo legifererà proprio su questo.

Quali misure si dovrebbero adottare?
“Il partito dei Verdi tedesco, uno dei più attivi in tutta Europa su queste tematiche, ha proposto lo stop dell’advertising 60 giorni prima delle elezioni. Vedremo se la misura verrà usata anche per le elezioni dei singoli Stati. Poi dovrebbero essere i social stessi a controllare ma con l’avvento a Twitter di Musk sono stati licenziati tutti i componenti del team che si occupava proprio di questo. Moltissimi politici compravano,ingoiai di profili falsi, io personalmente ho dovuto cancellare account cinesi che seguivano qualche politico con cui ho collaborato. Cancellavamo anche 2,3mila account al giorno e ci abbiamo messo una ventina di giorni”.

Quali sono gli atteggiamenti più spregiudicati che ha potuto notare nell’uso dei social della politica italiana?
“Ma l’atteggiamento più divertente che ho visto fu quello di Morisi che creò un’applicazione con cui gli si vedeva il controllo del proprio account Twitter. Fecero delle campagne contro Alfano, simile a quella di Bonaccini. Diceva semplicemente “clicca qua” e tu regalavi il tuo account della Lega. Poi esempi di automazione di account falsi, di solito utilizzati per aumentare il numero di like e di retweet per far credere che quel tweet abbia molto consenso”.