Boom di minorenni in carcere: è l’effetto del decreto Caivano

“Il Decreto Caivano ha introdotto una serie di misure che stanno avendo e continueranno ad avere effetti distruttivi sul sistema della giustizia minorile".

Boom di minorenni in carcere: è l’effetto del decreto Caivano

Mare Fuori è solo una fiction e la realtà parla solo di sbarre e galera per i minori, senza alternative per i ragazzi. Il Decreto Caivano ha determinato un boom di arrestati tra gli under 18. Lo denuncia il settimo Rapporto di Antigone sulla giustizia minorile e gli Istituti penali per minorenni presentato ieri a Roma. “Il cosiddetto Decreto Caivano ha introdotto una serie di misure che stanno avendo e continueranno ad avere effetti distruttivi sul sistema della giustizia minorile – spiegano i curatori del Rapporto – e l’estensione delle possibilità di applicazione dell’accompagnamento a seguito di flagranza e della custodia cautelare in carcere stravolge l’impianto del codice di procedura penale minorile del 1988 e sta già determinando un’impennata degli ingressi negli Istituti penali”.

Altro che deterrente. il decreto voluto dal governo di Giorgia Meloni sull’onda mediatica dell’indignazione per lo stupro delle bambine nel Parco Verde. A Napoli non va peggio rispetto al centro-nord ma è la gravità dei reati commessi ad accendere un allarme che il carcere non può risolvere.

“Il cosiddetto Decreto Caivano ha introdotto una serie di misure che stanno avendo e continueranno ad avere effetti distruttivi sul sistema della giustizia minorile”

Da Nisida ad Airola nei mesi scorsi sono giunte notizie di rivolte, tentativi di fuga e atti di autolesionismo all’interno delle carceri minorili in Campania. Il sovraffollamento e la presenza dei minori migranti non accompagnati provocano un aumento sensibile delle tensioni. L’anno scorso in Campania i numeri parlano di 70 under 18 accusati di rapina, 21 di possesso di armi, 11 di violenza sessuale, 14 di tentato omicidio e 5 di omicidio volontario. “Una società che giudica un ragazzino di 14 o 15 anni e lo fa mandandolo in galera è una società malata che giudica se stessa”. Lo ha affermato il Garante dei detenuti della Campania Samuele Ciambriello durante un incontro promosso dalla Fondazione Sudd di Antonio Bassolino sul tema delle baby gang.

“A fine anni Ottanta i ragazzi commettevano reati per problemi materiali come fare le vacanze estive – aggiunge Ciambriello – mentre oggi rispondono che lo hanno fatto ‘d’istinto’, senza un vero motivo. Servono più scuole, più assistenti sociali, più rete e più prevenzione”. In questa occasione la Procuratrice per i minorenni di Napoli Maria de Luzenberger che ha sottolineato la gravità di quanto stia accadendo a Napoli nonostante il decreto Caivano: “c’è una grossa insicurezza verso il futuro legata sicuramente alla pandemia e questa generazione sta vivendo un fortissimo disagio che arriva a un aumento a forme di autolesionismo o altri disturbi. C’è poi un aumento dell’aggressività tra i minori e dopo 16 anni in Procura registro non più la quantità dei reati ma la gravità con ragazzi escono armati di pistole e coltelli. In questo scenario sono stati uccisi Francesco Pio Maimone e Giovanbattista Cutolo”.

L’anno scorso in Campania i numeri parlano di 70 under 18 accusati di rapina, 21 di possesso di armi, 11 di violenza sessuale, 14 di tentato omicidio e 5 di omicidio volontario.

Su questa fotografia è molto amareggiata Valeria Pirone, dirigente scolastica in prima linea nella periferia orientale di Napoli: “è un dato quantitativo e lascia l’amaro in bocca. Avrei voluto azioni orientate alla prevenzione. Sono coinvolta a Ponticelli su dinamiche ed episodi di violenza. Il fenomeno è avvilente, non c’è una politica sociale seria perché il welfare fa acqua da tutte le parti e le famiglie sono lasciate sole. In certi contesti difficili i genitori non hanno gli strumenti. Ci sono i fondi Pnrr ma non c’è un programma serio di interventi. Nella periferia est c’è un dato rilevante di mamme appena adolescenti”.