Boom di tirocini in Lombardia. Dilaga lo sfruttamento del lavoro

Soltanto nel 2021 in Lombardia sono stati attivati oltre 70mila tirocini formativi. Così le aziende arruolano apprendisti pagati poco.

Boom di tirocini in Lombardia. Dilaga lo sfruttamento del lavoro

Più pomposo è il nome, più facile è che nasconda il trucco. Prendete i tirocini extra curriculari. In Lombardia è una misura di politica attiva finalizzata a creare un contatto diretto tra un soggetto ospitante e il tirocinante allo scopo di favorire l’arricchimento del bagaglio di conoscenze, l’acquisizione di competenze professionali e l’inserimento o il reinserimento lavorativo.

Soltanto nel 2021 in Lombardia sono stati attivati oltre 70mila tirocini formativi. Così le aziende arruolano apprendisti pagati poco

Il tirocinio consiste, quindi, in un periodo di orientamento al lavoro e di formazione che, non configurandosi come un rapporto di lavoro, ha l’obiettivo di preparare l’ingresso nel mondo del lavoro. Per questo motivo i tirocini extracurriculari vengono svolti al di fuori di un percorso di studio o di formazione e sono destinati a inoccupati, disoccupati e a giovani che hanno concluso il loro percorso di istruzione o formazione.

Regione Lombardia ha previsto un’indennità per la partecipazione ai tirocini extracurriculari e ai tirocini extra curriculari rivolti a studenti durante il periodo estivo che non può essere inferiore a 500 euro mensili (al lordo delle eventuali ritenute fiscali, riducibile a euro 400 mensili qualora si preveda la corresponsione di buoni pasto o l’erogazione del servizio mensa) o a 350 euro mensili qualora l’attività di tirocinio non implichi un impegno giornaliero superiore a 4 ore.

Una ricerca della Uil Lombardia ha indagato l’utilizzo di questo strumento in regione, scoprendo che solo nel 2021 sono stati attivati 70.110 tirocini extra curriculari, contro 59.547 contratti di apprendistato. Dal 1° gennaio 2022, ai fini della qualificazione o riqualificazione professionale, è possibile assumere in apprendistato professionalizzante, senza limiti di età, anche i lavoratori beneficiari del trattamento straordinario di integrazione salariale o di un trattamento di disoccupazione.

Per coniugare formazione e prestazione lavorativa lo strumento è proprio quello dell’apprendistato che è un contratto di lavoro e come tale prevede tutte le tutele e diritti del Ccnl: retribuzione, ferie, contribuzione previdenziale, copertura in caso di malattia. Lo studio della Uil rileva invece un sottoutilizzo del contratto di apprendistato rispetto al tirocinio extra curriculare e questo penalizza fortemente i giovani che spesso si vedono costretti ad accettare condizioni lavorative retribuite come stage (400 euro mensili lordi).

Mentre il governo di destra smonta le misure di contrasto alla povertà come il reddito di cittadinanza, c’è un 2,70% di tirocinanti con più 55 anni di età che, secondo Regione Lombardia, dovrebbe far fronte ai bisogni della vita quotidiana della propria famiglia con 400/500 euro di indennità mensile lorda. “Perché un giovane che ha conseguito un titolo di studio e molto probabilmente ha anche svolto un tirocinio curriculare deve ancora svolgerne uno extra curriculare?”, scrive la Uil Lombardia a commento dei dati.

Il sindacato ritiene “che un uso così elevato dei tirocini extra curriculari debba essere oggetto di controllo da parte degli organi di vigilanza preposti per verificare eventuali abusi, non solo in corso d’opera ma anche a posteriori attraverso l’uso di questionari da parte dei promotori verso i soggetti in tirocinio per valutare la loro efficacia nel reinserimento lavorativo di lunga durata” e segnala a Regione Lombardia ”la necessità di adeguare l’indennità di tirocinio all’aumento del costo vita”.

L’attivazione dei tirocini extra curriculari in Lombardia si concentra principalmente nei seguenti settori: Trasporti, comunicazioni, attività finanziarie e altri servizi alle imprese 25,91%; Commercio e riparazioni 23,44%; Industria in senso stretto 18,59%; Istruzione e sanità (prevalenza in sanità 78%) 11,45%; Alberghi e ristoranti 8,20%; settori restanti 12,41%.