Bossi trascina il suo Carroccio in Tribunale

Dalla Redazione

Caos nella Lega Nord. Finisce in tribunale la querelle tra Umberto Bossi e Matteo Salvini. Il vecchio che non si arrende al nuovo. Motivo del contendere il vitalizio di 900mila euro al Senatur percepito dalla Lega e che sarebbe stato negato a Bossi. Ancora prima era stato ridotto a 400mila euro, poi a 200. Ora però Bossi ha citato davanti al tribunale di Milano il suo partito. A rivelare lo scontro il quotidiano La Repubblica. Il giornale diretto da Ezio Mauro rivela che Bossi aveva ottenuto un sequestro cautelativo di 6 milioni di euro sui conti leghisti per assicurarsi il vitalizio e pagare la parcella del proprio avvocato, Matteo Brigandì. Grazie alla mediazione del tesoriere del partito, Stefano Stefani, si era giunti una scrittura privata. E secondo l’accordo svelato da Repubblica vi era anche la rinuncia da parte della Lega di costituirsi parte civile nel procedimento penale contro il Senatur e i suoi due figli per i presunti fondi sottratti alla Lega. Poi il Carroccio ha annunciato di volersi costituire parte civile e la patata bollente è scoppiata.

Ma il mistero si infittisce. Nel tardo pomeriggio poi è arrivata la precisazione della Lega che ha fatto sapere che chiederà di essere parte civile non contro Umberto Bossi e i suoi figli Renzo e Riccardo, bensì contro gli altri sei imputati nel procedimento con al centro le presunte irregolarita’ nella gestione dei fondi del Carroccio e una truffa ai danni dello Stato di circa 40 milioni di euro. Mentre Bossi ha sottolineato: “La Lega non dà un contributo a me, ma paga alcuni uomini, fra cui quelli che mi fanno da autista”.