La Sveglia

Breve storia di un leghista

Cristian Pasolini definisce "bimbo negroide" un bambino nero. Ovviamente costretto a dimettersi e se la prende con il partito

Breve storia di un leghista

Breve (e triste) storia di un leghista. A Mantova martedì c’è stata l’inaugurazione di una palestra pubblica. Nel corso dell’evento si è svolto il tradizionale taglio del nastro: insieme al sindaco Mattia Palazzi c’erano diversi bambini, uno dei quali dalla pelle nera. Il segretario cittadino della Lega Cristian Pasolini ha recuperato una foto della giornata e l’ha postata sul suo profilo Facebook scrivendo: “Casualità e comunicazione. Bene l’inaugurazione della palestra ed ennesimo taglio del nastro con foto di rito e tradizionale prima fila con bimbo negroide (bimbo di colore, se non vogliamo usare correttamente i termini scientifici di lingua italiana)”.

Inevitabili le polemiche e le accuse di razzismo. In una nota il capogruppo del Pd in Regione Lombardia, Pierfrancesco Majorino, ha aggiunto: “Tenga giù le mani dai bambini. Difficile immaginare parole più sprezzanti, ingiuriose, razziste, indirizzate contro un bambino. Affermazioni di istigazione all’odio”, ha concluso, “che arrivano da chi ricopre un ruolo di primo piano in un partito, che non si possono che definire orribili”. Pasolini si è scusato? Ma va. Si è dimesso dal suo ruolo di coordinatore della Lega. “Mi sono dimesso questa mattina – spiega Pasolini – e spero di aver chiarito la mia posizione e il mio pensiero”. Ha, quindi, annunciato di aver rimosso il post contestato: “Questa mia scelta – ha sottolineato – è stata dettata dalla volontà di proteggere chi, mio malgrado, si è forse sentito offeso”. Il bambino “negroide” e quelli che gliel’hanno fatto notare? Pasolini ce l’ha con chi “ha repentinamente preso le distanze dalle mie parole”. Pure nel suo partito.