Brunetta accende la miccia

di Sergio Castelli

A togliere dall’imbarazzo più totale Silvio Berlusconi c’ha provato Renato Brunetta. Un intervento duro quello del capogruppo di Forza Italia a Montecitorio nella mattinata di ieri. Un ultimatum vero e proprio sulla riforma della legge elettorale: “Il presidente del Consiglio mantenga gli impegni sull’Italicum prima di Pasqua e per noi si potrà andare avanti. Se invece non è in grado, il patto salta e Renzi ne dovrà trarre le conseguenze su tutta la sua presenza di governo”. Parole chiare, sin troppo. Con date e scadenze precise. E che hanno innescato un botta e risposta senza precedenti nella prima era Renzi a Palazzo Chigi. La risposta, infatti, non è tardata ad arrivare. “Non accettiamo ultimatum di nessuno, figuriamoci da Renato Brunetta”, ha provato a chiudere così l’argomento l’ex sindaco di Firenze. Ma che l’esponente di Forza Italia rimanesse in silenzio accusando il colpo non era nemmeno quotato e, infatti, poco dopo le agenzie di stampa hanno ribattuto il nuovo attacco frontale: “Il giovane e arrogante Renzi stia sereno. Le bolle, per quanto colorate e piene di riflessi, fanno la fine che tutti sanno…Ma come, Renzi, l’uomo degli ultimatum, non accetta ultimatum? Poco sportivo! E soprattutto vuoto di contenuti. Lui che rottama e rulla tutto e tutti non accetta che qualcuno usi il suo stesso linguaggio? E perché mai? La realtà è per lui triste e amara: non ha la maggioranza nei gruppi parlamentari, e la riforma della legge elettorale ne è la dimostrazione. Per cui rinvia, rinvia, altro che Pasqua”.

Boschi in campo
Cosa che meno convince dell’ultimatum è proprio la data di Pasqua. Imminente. “Quella di Pasqua è un’idea di Brunetta”, ha tagliato corto il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, “il testo della legge elettorale deve essere ancora esaminato dalla Commissione del Senato e a Pasqua mancano 10 giorni”. Ma Brunetta è un fiume in piena e non ha lasciato scampo nemmeno alla Boschi attaccando ancora: “Ma non era urgente, urgentissima la riforma della legge elettorale? Dopo la sentenza della Corte costituzionale e dopo i moniti del presidente della Repubblica? È cambiato qualcosa?”.
Staremo a vedere, ma già nella giornata di domenica la Boschi aveva affermato che la presenza di Forza Italia non era fondamentale per portare a compimento il percorso riformatore. E quindi si dovrebbe proseguire per la strada tracciata. E, intanto, sempre nel convulso pomeriggio di ieri si erano diffuse voci su un possibile nuovo incontro prima del 10 aprile (quando il Tribunale deciderà se affidare Berlusconi ai servizi sociali o se riservargli i domiciliari) tra il premier e il leader di Fi. Voci smentite seccamente con una battuta da Renzi stesso: “Chi lo ha detto Brunetta?”. E mentre vari esponenti del Pd ammoniscono e ricordano a Fi l’impegno preso nei confronti del Paese, sembra chiaro che il percorso riformatore promesso dal nuovo corso del governo rischiano di arenarsi, prima del previsto, con polemiche che ora rischiano di minare davvero quel patto tanto discusso e siglato al Nazareno tra i leader delle due forze politiche. Ma intanto il governo prova a tirare dritto e, in serata, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio ha confermato che non c’è un piano B. Almeno finché non sarà necessario trovarlo.