Le Lettere

Bruxelles amara per Giorgia

La Meloni al vertice europeo che cosa ha concluso di concreto? Niente?
Aldo Morosini
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Gentile lettore, sono lontani i tempi in cui Conte tornava da Bruxelles con il Recovery Fund e veniva accolto in parlamento con una standing ovation. La trasferta meloniana in Europa è stata un fiasco su tutti i temi. Alcuni giornali lo dicono chiaro, con inusitata propensione alla verità, mentre altri fanno manfrine per mascherare l’insuccesso, come per esempio il Corriere della sera che il 25 marzo titolava: “Meloni ‘soddisfatta’ del piano migranti”, dove ‘soddisfatta’ è tra virgolette perché il Corriere sa che i risultati sono pari a zero. Idem anche sul Mes e disastro completo sui biocarburanti che era il cavallo di battaglia della Meloni ed è stato snobbato. Bruxelles ha accolto invece la proposta di Berlino sull’e-fuel che salverà l’industria dell’auto tedesca. Il Secolo d’Italia, quotidiano di FdI, cerca di nascondere la catastrofe buttandola sul vago: “Europa, c’è il cambio di passo”. Cambiano il passo, capisce? Prima a Bruxelles ballavano a passo di mazurka, adesso ballano la polka e, mentre la grande statista Giorgia non guarda, fanno anche il minuetto. Quando il maestro di danze ordina “Changer la femme”, Charles Michel, per fare dispetto a Ursula, prende per mano la leggiadra Metsola, mentre Macron fa il damerino con Christine Lagarde. L’unico sfortunato è Scholz, che in mancanza di meglio è costretto a piroettare con Josep Borrell. Caro lettore, perdoni il tono canzonatorio, ma è solo per nascondere la tristezza perché questo governo somiglia sempre più a una farsa che un giorno sarà tragedia.

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