Bruxelles avvia la revisione del Patto di Stabilità e Crescita. E’ troppo complesso, poco trasparente e prevedibile. E non ha abbassato il debito

La Commissione europea ha completato il suo esame del Patto di Stabilità e Crescita e questa mattina ha presentato il suo documento per aprire il dibattito con gli Stati membri e decidere in che direzione andare con l’obiettivo di rivedere le regole europee che fissano i vincoli per i conti pubblici per dare maggiore slancio alla crescita e agli investimenti. Regole, scrive la Commissione Ue nel documento, che hanno in parte aiutato la correzione degli squilibri e aumentato la difesa contro gli shock, ma allo stesso tempo il debito resta elevato in alcuni Paesi e spesso l’impostazione di politica di bilancio è stata pro-ciclica. Il Patto di Stabilità e Crescita è diventato “troppo complesso, poco trasparente e poco prevedibile”.

La Commissione avvierà il processo di revisione partendo da una consultazione pubblica. Nei prossimi mesi Governi, parti sociali, economisti, università e società civile potranno dire la loro rispondendo alle domande che la Commissione ha formulato per lanciare il dibattito. Come fare a ridurre gli squilibri macroeconomici, come assicurare stabilità dei conti a breve termine e sostenibilità nel lungo periodo, come andare incontro alle sfide dei Paesi più in difficoltà, come assicurare l’attuazione delle regole riflettendo su sanzioni e incentivi. La riflessione coinvolgerà anche la flessibilità attualmente prevista dalle regole, per renderla più adatta agli obiettivi del Green Deal, e quindi utile a favorire gli investimenti verdi. La consultazione avverrà tramite incontri, seminari, piattaforme di discussione online, e l’obiettivo è chiuderla entro l’anno.

In base agli input ricevuti, soprattutto dai Governi, Bruxelles deciderà i prossimi eventuali passi. Lo scopo del dibattito è soprattutto cercare di ricostruire un consenso su un tema molto divisivo, che ha diviso la Ue tra Paesi virtuosi e non, tra Nord e Sud, falchi e colombe. L’idea è di trovare un nuovo quadro di regole che serva allo scopo di mantenere la stabilità delle finanze, ma allo stesso tempo favorendo la convergenza in quei Paesi che hanno meno margini di manovra a causa di problemi strutturali che li mettono in una condizione svantaggiata.

“La stabilità resta un obiettivo ma serve ugualmente sostegno alla crescita e alla mobilitazione di enormi investimenti per combattere i cambiamenti climatici. Dobbiamo consentire politiche anti-cicliche dati i limiti che affronta la Bce” ha detto il commissario agli affari economici, Paolo Gentiloni. “La complessità delle regole – ha aggiunto – rende difficile spiegare ai cittadini cosa dice Bruxelles ed è una cosa che non possiamo accettare”.

“Certamente i Paesi con maggior debito, e l’Italia è uno di questi, devono tenere sotto controllo il debito pubblico”, ha detto ancora il commissario, ma “contemporaneamente non possiamo immaginare una situazione in cui investimenti, transizione ambientale, possano essere preclusi ai Paesi che hanno un debito elevato. Perché lo sforzo di promuovere crescita, lavoro e investimenti deve coinvolgere tutti. In questi mesi dovremo cercare la via migliore per facilitarli”.

“Abbiamo parlato della possibilità di rivedere il patto di stabilità e crescita” ha detto il premier Giuseppe Conte commentato l’incontro, avuto ieri a Bruxelles, con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. “Invertirei i poli concettuali, facendolo diventare crescita e stabilità”, ha aggiunto il presidente del Consiglio. “Il nostro contributo – ha detto ancora Conte – sarà nella direzione di facilitare gli investimenti verdi”.  Fare investimenti verdi, ha sottolineato il premier, in modo più facile “dovrà essere consentito a tutti e 27”, perché se così non fosse “si creerebbe un divario ancora maggiore” tra chi ha avuto accesso a investimenti facilitati e ha “realizzato una transizione più ampia, e chi rimane indietro. Invece tutti devono essere messi nella condizione di avere una facilitazione per gli investimenti verdi”.