Uno Stato che non sta a dieta. Comprati un miliardo di buoni pasto. Una cifra che fa venire l’indigestione. Così continuiamo a sfamare le pubbliche amministrazioni

La Consip ha comprato buoni pasto per un miliardo. Invece di affamare la bestia della spesa pubblica, continuiamo a sfamare le pubbliche amministrazioni

di Carmine Gazzanni

Ora di pranzo. Tutti via dagli uffici pubblici e tutti di corsa a pranzare. Primo, secondo, contorno. Magari un panino o forse solo un’insalatina per mantenersi leggeri. Tanto, non c’è paura: basta consegnare il ticket dei buoni pasto. A pagare, infatti, è lo Stato. Che proprio non ce la fa a mettersi a dieta. Pochi giorni fa la Consip ha annunciato l’aggiudicazione la gara per “l’attivazione di una convenzione relativa alla fornitura del Servizio sostitutivo di mensa mediante buoni pasto cartacei per le PA, convenzione giunta alla sua settima edizione”. Sette lotti in totale, suddivisi per area geografica, per un totale di ben un miliardo di euro. Tondo tondo. Una cifra da brividi, se si pensa che la convenzione durerà 12 mesi. Certo, c’è da precisare, come fanno sapere dalla Consip, che i lotti sono stati assegnati “con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa” e “con sconti rispetto al valore nominale del buono pasto che vanno dal 16,59% al 20,75%”.

IN AUMENTO – Resta il fatto, però, che quest’anno spenderemo un miliardo per sfamare una pesantissima macchina burocratica. Basti tenere a mente quanti buoni pasto saranno forniti. Sembrerà uno scherzo del destino, ma la cifra riportata nel bando è esattamente questa: 333.333.333,. In aumento, peraltro, rispetto alla precedente gara (aggiudicata a fine 2013), quando i ticket erano poco più 303 milioni. E, soprattutto, quando la spesa ammontava a 910 milioni. A conti fatti, dunque, quest’anno spenderemo 90 milioni di euro in più, anche se dalla Consip tengono a precisare che l’aumento di ticket (e di relativo costo) è da imputare soltanto al fatto che sempre più enti pubblici fanno riferimento al gestore unico per l’assegnazione di beni e servizi. Il punto, tuttavia, non cambia. E la cifra resta: un miliardo di euro per fornire i nostri dipendenti pubblici dei loro immancabili ticket.

CHI CI GUADAGNA – E a guadagnare saranno i soliti, i colossi del “blocchetto”. La società Qui!Group è quella che si papperà la fetta più abbondante: 183 milioni per fornire di buoni pasto Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Lombardia, e altri 205 per il solo Lazio. In alrtre parole, alla società di cui è presidente Gregorio Fogliani qualcosa come 388 milioni per stampare, secondo quanto specificato nel bando, ben 113 milioni di buoni pasto e minimo 16.400 esercizi convenzionati in totale. La Day Ristoservice, invece, fornirà le Regioni del Nord-Est più Emilia Romagna e Toscana (130 milioni). Non solo: la stessa società si è aggiudicata anche il lotto 7, il lotto “accessorio”, una sorta di jolly a disposizione degli uffici pubblici, nel caso in cui dovessero esaurirsi gli altri ticket (non voglia mai dio). E anche qui il valore non è da scherzi: altri 93 milioni di euro. Ma continuiamo nel nostro viaggio. Scendiamo lungo lo Stivale e arriviamo alla Repas Lunch, cui andrà un totale di 250 milioni di euro per rifornire i dipendenti delle Regioni di Umbria, Marche, Abruzzo, Puglia, Campania e Molise (qui si prevede un minimo di 8.500 negozi convenzionati e 83 milioni di ticket da stampare). Alle isole e al Sud Italia, infine, ci penserà la Sodexo, che porterà a casa complessivamente 139 milioni di euro e, in cambio, sarà tenuta a fornire i dipendenti pubblici (e affamati) di 46 milioni di buoni pasto. Il piatto, insomma è bello ricco. Non ci resta che augurare buon appetito. A tutti.

Twitter: @CarmineGazzanni