Busta paga, arriva l’aumento da 172 euro al mese: ecco per chi

Busta paga più alta di 172 euro medi mensili con la firma del nuovo contratto per infermieri e personale sanitartio.

Busta paga, arriva l’aumento da 172 euro al mese: ecco per chi

Via libera al rinnovo del contratto del comparto sanità. Il Ccnl 2022-2024 è stato firmato nella sede dell’Aran da Fials, Cisl, Nursind e Nursing Up, ma non è stato sottoscritto da Cgil e Uil. Il rinnovo riguarda 581mila professionisti tra infermieri, ostetriche e personale amministrativo e porterà a un aumento in busta paga medio tra i 150 e i 172 euro lordi per tredici mensilità.

Contratto sanità, quanto aumenta la busta paga?

Il rinnovo del contratto comporta un aumento in busta paga che va, mediamente, tra i 150 e i 172 euro mensili lordi per tredici mensilità. Alcuni di questi aumenti sono già scattati da gennaio del 2024 e altri sono previsti nel 2025, motivo per cui a novembre arriveranno anche gli arretrati in busta paga per il personale sanitario interessato.

Le altre novità del rinnovo del contratto

Tra le novità del contratto c’è anche la possibilità di introdurre, in via sperimentale, un orario lavorativo basato su 36 ore e su quattro giorni, attraverso un meccanismo di adesione volontaria. Un sistema, quindi, di applicazione della settimana corta anche per la sanità. Ancora, il buono pasto viene riconosciuto anche in caso di lavoro agile e viene introdotto il nuovo profilo di assistente infermiere. Vengono inoltre estese alcune tutele relative a permessi, congedi e assenze.

Cgil e Uil non firmano

La contrarietà della Uil Flp viene spiegata dalla segretaria generale, Rita Longobardi: “Il contratto non recepisce le necessità rappresentate nel corso del negoziato con un aumento medio netto sul tabellare intorno ai 40 euro al mese, indennità ferme da troppi anni e nessun riconoscimento dell’indennità di esclusività e dell’adeguamento del valore economico del buono pasto”.

Per la Fp Cgil il contratto “mortifica le lavoratrici e i lavoratori della sanità pubblica e, per la prima volta, li impoverisce. Siamo in presenza di un contratto al ribasso che porta ad una perdita media mensile di 172 euro rispetto al costo della vita”, considerando che il costo della vita “è balzato al +16%” mentre i “salari aumentano appena del 5,7%”.