Calcio, da oggi via libera alla riapertura degli stadi di Serie A. Massimo mille spettatori potranno assistere alle partite

Mille spettatori per tutte le partite della Serie A di calcio. Questo l’accordo tra Governo e Regioni per mettere fine ai dubbi e soprattutto alle polemiche nate nelle ultime ore, dopo la decisione del Comitato tecnico scientifico di autorizzare la partecipazione di mille persone agli eventi sportivi all’aperto. Un via libera chiesto in modo particolare dal mondo del tennis per gli Internazionali d’Italia in corso al Foro Italico. Ma subito “recriminato” anche da alcune Regioni per le gare di calcio contro il parere dello stesso Cts, che – come spiegato dal ministro Vincenzo Spadafora (nella foto) – “aveva espresso ancora un no secco alla presenza di migliaia di spettatori agli ‘eventi continuativi’, tipo i campionati”.

Venerdì l’Emilia-Romagna del presidente Bonaccini, ieri il Veneto di Zaia e la Lombardia di Fontana hanno deciso di consentire l’accesso di mille tifosi anche alle partite di calcio, sempre nel rispetto del distanziamento e solo negli impianti dov’è possibile assicurare posti a sedere da assegnare ai singoli spettatori per l’intera durata dell’evento. Dunque soltanto per Parma-Napoli, Sassuolo-Cagliari e Milan-Bologna, partite del primo turno di Serie A in programma tra oggi e lunedì, gli stadi avrebbero potuto ospitare mille spettatori.

“Per questo motivo oggi pomeriggio – ha spiegato Spadafora – d’intesa col Ministro Boccia che ringrazio per il prezioso lavoro di coordinamento, e’ stata convocata una riunione con i presidenti di Regione”. L’incontro, al quale ha partecipato anche il ministro per la Salute Roberto Speranza, ha prodotto l’accordo invocato nel pomeriggio anche dai governatori del Piemonte Alberto Cirio e della Sicilia Nello Musumeci, pronti in caso contrario a intervenire seguendo l’esempio di Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia: mille spettatori ammessi a tutte le partite di Serie A. “Al fine di non fare disparità tra le squadre e come sperimentazione in vista delle prossime aperture – ha spiegato il ministro per le politiche giovanili e lo sport – ho chiesto che questa decisione venisse estesa a tutto il territorio nazionale. Ringrazio il Ministro Speranza e i presidenti delle Regioni per aver condiviso questa linea”.

Incassato il primo, importante passo verso la riapertura degli impianti, ora la discussione si sposta in avanti. “L’apertura degli stadi al pubblico – ha commentato il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina – è una bella notizia, ma il fatto che il via libera sia arrivato solo per la Serie A, e non per gli altri campionati professionistici, mi lascia perplesso. I protocolli di sicurezza sono i medesimi in tutte e tre le serie professionistiche, cosi’ come lo devono essere le regole per il distanziamento, quindi anche su questo tema ci deve essere lo stesso trattamento. Nei mesi difficili del Covid, il calcio tutto ha dimostrato grande responsabilità. Sono convinto che verra’ preso il medesimo provvedimento prima dell’avvio ufficiale dell’attività della B e della C, previsto per il prossimo fine settimana” le parole del numero uno Figc.

“In vista della ripresa degli altri campionati – ha assicurato Spadafora – valuteremo una soluzione equa anche per la serie B, C, e Lega Pro. Il mio obiettivo però è quello di consentire la partecipazione del pubblico per tutti gli sport e per tutte le categorie, arrivando a definire un protocollo unico che preveda una percentuale di spettatori in base alla capienza reale degli impianti: l’impegno che ci siamo presi durante l’incontro è quello di metterci subito al lavoro su questo”. “Occorre mantenere cautela, rigore e attenzione per riaprire bene, gradualmente, e non essere costretti a chiudere di nuovo: il quadro epidemiologico a livello europeo non è incoraggiante, noi dobbiamo stare attenti ed evitare precipitose fughe in avanti”, ha sottolineato Spadafora, promettendo un colloquio anche al presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino in vista dell’auspicata, maggiore riapertura degli stadi dal mese di ottobre.