Calenda confessa di essere più vicino alla destra che alla sinistra. E rilancia il partito unico, ignorando le frizioni con Iv

Calenda confessa di essere più vicino alla destra che alla sinistra. E rilancia il partito unico, ignorando le frizioni con Iv

Calenda confessa di essere più vicino alla destra che alla sinistra. E rilancia il partito unico, ignorando le frizioni con Iv

Dal Fisco alle riforme sociali e dall’energia alle primarie, Carlo Calenda si sente più vicino alle destre che alle sinistre.

Dopo tanti dubbi sul posizionamento politico del Terzo polo, a sciogliere la diatriba ci ha pensato il leader di Azione che ieri ha ammesso, a Mattino 5, a chi gli chiedeva se sui temi cruciali si sentisse più vicino a Giorgia Meloni piuttosto che a Elly Schlein e Giuseppe Conte, ha dichiarato: “Assolutamente sì. Per esempio, la destra sul nucleare dice e non dice ma ha votato una nostra mozione in cui si dice con chiarezza che si deve andare verso il nucleare. L’obiettivo di fare politica è migliorare la vita delle persone, se un provvedimento della destra lo condivido, lo voto”.

Bisogna ammettere che questa ‘confessione’ chiarisce una volta per tutte la posizione politica del Terzo polo, ma anche che tutto ciò non sorprende nessuno visto che sono più le volte in cui il leader ha strizzato l’occhio alla premier piuttosto che ai suoi compagni di opposizione.

La balla sulle votazioni

A pensare che il Terzo polo fosse in orbita Centrodestra, è sempre stato il leader pentastellato che lo ha ribadito spesso e volentieri.

L’ultima volta il 16 marzo scorso, durante il congresso della Cgil in cui è andato in scena un confronto tra i leader delle opposizioni, quando Conte rivolgendosi a Calenda ha detto: “A me non preoccupa che Carlo prenda voti alla destra, mi preoccupa quando insieme al suo amico Renzi vota con la destra”.

Pronta la risposta del leader di Azione: “No, no, scusate a me va bene tutto, voi potete applaudire. Però uno di voi mi dice quando ho votato con la destra? Sulla guerra? Eh ma allora ho votato anche col Pd. E allora, invece di fare i pecoroni, ragionate prima di applaudire. Noi con la destra non abbiamo mai votato”.

Peccato che le cose non stiano così perché il gruppo Azione-Italia Viva ha appoggiato la maggioranza almeno in altre quattro occasioni.

È successo per la conversione in legge del decreto Aiuti ter che seguiva la rotta tracciata dall’ex premier Mario Draghi, poi ancora a dicembre scorso quando il Terzo polo ha votato con le destre per far naufragare l’emendamento delle opposizioni che chiedevano di eliminare la parola ‘merito’ dalla denominazione del neonato Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Ma la convergenza è stata totale soprattutto in materia di Giustizia, ossia uno degli argomenti che maggiormente polarizzano maggioranza e opposizione, prima votando a favore della relazione con cui il guardasigilli Carlo Nordio ha illustrato le proprie linee programmatiche, poi ancora quando ha appoggiato la mozione di maggioranza sulla riforma del processo penale.

Convergenze che potrebbero addirittura aumentare visto che in un’intervista a Repubblica Calenda ha rivelato che sulla riforma fiscale sono pronti a dare una mano a condizione “che venga tolto ogni riferimento alla flat tax. Per il resto è una riforma copiata pari pari da quella di Draghi”.

La cosa curiosa è che Calenda non fa che sostenere che sono le opposizioni, con i loro voti, a dare una mano alla destra. Tesi, questa, contro cui si è scagliato il deputato di Alleanza verdi e sinistra, Angelo Bonelli: “Caro Carlo Calenda se tu voti con Giorgia Meloni su politiche energetiche, sul nucleare, sulla giustizia, sull’auto elettrica e sul risparmio energetico delle case, lei governerà a lungo, altro che pietre dell’Adige”.

Il partito unico

Ma ieri Calenda ha anche rilanciato il progetto del partito unico, non lesinando una stoccata al Pd: “Io mi presenterò come segretario poi voteranno gli iscritti con meccanismo di primarie tra gli iscritti. Noi pensiamo che quello che ha senso in un partito non è far votare gli iscritti a un altro partito, come fa il Pd e come è successo alle primarie del Pd quando gli iscritti hanno votato per Bonaccini e i non iscritti hanno ribaltato il risultato. Se io fossi un iscritto sarei arrabbiato”.

Certo c’è da chiedersi su quali basi si possa costituire questo soggetto politico visto che Azione e Italia Viva in molte occasioni si sono già divise. È successo due giorni fa alle comunali di Massa, in vista delle amministrative di maggio, con Calenda che ha formalizzato l’appoggio al candidato di lega e Forza Italia, Francesco Persiani, mentre i renziani dovrebbero sostenere il candidato del Pd, Enzo Ricci.

Una storia già vista nel consiglio regionale della Puglia ma a parti inverse, con il gruppo di Azione che ha aderito alla maggioranza del governatore dem, Michele Emiliano, mentre i renziani hanno aderito al gruppo misto posizionandosi all’opposizione.

Insomma la strada per arrivare al partito unico tra Azione e Italia Viva sembra in salita, se non già del tutto compromessa.