Il clima è impazzito ma per Pichetto Fratin bisogna conciliare la spinta verso l’energia green con le istanze dell’economia

Cambiamento climatico, per Pichetto Fratin le rinnovabili non sono mature e da sole non potranno soddisfare il fabbisogno energetico italiano

Il clima è impazzito ma per Pichetto Fratin bisogna conciliare la spinta verso l’energia green con le istanze dell’economia

Davanti al cambiamento climatico e alle sfide che questo comporta, il governo di Giorgia Meloni risponde affermando che le fonti rinnovabili da sole non possono soddisfare il fabbisogno energetico italiano. Il sotto testo è sempre lo stesso ossia che bisogna riuscire a trovare un “equilibrio” tra chi vuole puntare tutto sull’energia green, come ci chiede l’Unione europea, e chi lo ritiene dannoso additando motivazioni legate alla preservazione del paesaggio.

A ribadire questo concetto è stato il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo a Radio Anch’io, trasmissione di Rai condotta da Giorgio Zanchini.

Il cambiamento climatico è un’emergenza

“Riuscire a trovare un equilibrio tra chi afferma che deve essere tutto rinnovabile, tutto fotovoltaico ed eolico, e dall’altra parte chi dice che l’Italia è il più bel paese del mondo e non possiamo riempire di pannelli fotovoltaici e pale eoliche dappertutto”, ha detto il ministro. “Quindi dobbiamo trovare un punto di equilibrio dove le rinnovabili possono fare tanto, l’obiettivo del Piano nazionale che ho presentato prevede una crescita notevole delle rinnovabili da qui al 2030”.

Pichetto ha sottolineato che “il fotovoltaico produce quando c’è il sole, l’eolico quando c’è il vento”, mentre “la previsione degli esperti, dei tecnici e degli economisti rispetto alla crescita del consumo di energia al 2050 ci dice che sarà più che raddoppiata rispetto a oggi”. Un fabbisogno che, secondo Pichetto Fratin, con le rinnovabili “non si potrà soddisfare” adeguatamente.

Pichetto Fratin sul cambiamento climatico

D’altronde, ha aggiunto il ministro, “in Italia dobbiamo porci seriamente la questione del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e naturalmente dell’inquinamento, ma dobbiamo porcelo nell’ottica di contribuire con il nostro 0,8% per essere i primi della classe, non gli ultimi”, così da concentrare gli sforzi “su quelli che sono i grandi filoni di carattere ambientale: i fabbricati, i veicoli, la modernizzazione”.

Tutte questioni che saranno sul tavolo del G7 Ambiente che si terrà tra il 28 e il 30 aprile a Torino. Occasione, questa, in cui i ministri dell’Ambiente dei sette Paesi più industrializzati al mondo dovranno elaborare una serie di proposte che poi verranno sottoposte ai leader, in vista del summit del G7 previsto in Puglia, e anche negli altri tavoli internazionali.