A Montecitorio la dieta è finita. Nel 2022 spenderà 5 milioni in più. Invertito il trend dopo un triennio di sforbiciate. Ma dal 2023 tornano i risparmi col taglio dei deputati

Alla Camera invertito il trend dopo un triennio di sforbiciate. Ma dal 2023 tornano i risparmi col taglio dei deputati.

A Montecitorio la dieta è finita. Nel 2022 spenderà 5 milioni in più. Invertito il trend dopo un triennio di sforbiciate. Ma dal 2023 tornano i risparmi col taglio dei deputati

Dopo tre anni di oculata gestione all’insegna del risparmio del presidente Roberto Fico, la Camera dei Deputati torna – seppur lievemente – ad ingrassare. Secondo quanto si legge nella relazione che accompagna il corposo bilancio di previsione riferito al 2022, infatti, si scrive chiaramente che “il totale della spesa (spese correnti di funzionamento, spese in conto capitale e spese previdenziali) per l’anno 2022 si attesta a 968,8 milioni di euro”.

Un balzo in avanti rispetto ai 963,7 milioni (al netto della restituzione di 35 milioni di euro al bilancio dello Stato effettuata nell’anno in corso) spesi nell’anno che volge al termine. In percentuale, parliamo di un incremento di 5,1 milioni di euro, pari allo 0,53 per cento. Facezie, dirà qualcuno. Certo. Ma è altrettanto vero che parliamo di incrementi che toccano spese prioritarie. È ancora la relazione dei deputati questori ad essere esaustiva a riguardo: “La spesa di funzionamento, vale a dire la spesa complessiva al netto delle spese previdenziali, risulta nel 2022 pari a 557,3 milioni di euro, registrando un incremento di 1,4 milioni di euro, pari allo 0,25 per cento”.

Andando ancora più nel dettaglio gli aumenti si registrano in particolari categorie di spesa: “l’incremento di spesa previsto per il 2022 è riconducibile alla spesa per acquisto di beni e
servizi (+2,8 milioni di euro), alla spesa per il personale non dipendente (+1,1 milioni di euro) e alle spese previdenziali (+3,7 milioni di euro)”.

Di contro, invece, si riduce di 2 milioni di euro la spesa per il personale dipendente. A questo punto, però, entriamo nel merito delle varie uscite. Una delle fette maggiori di spesa – e non poteva essere altrimenti – è relativa al mantenimento di Lorsignori: per l’indennità dei deputati spenderemo nel 2022 la bellezza di 81,3 milioni di euro.

A questa fetta se ne aggiunge però un’altra, non meno sostanziosa: il “rimborso delle spese sostenute dai deputati per l’esercizio del mandato parlamentare”. Totale: 63,6 milioni di euro. All’interno della voce, tra le altre cose, troviamo le spese di viaggio (8,4 milioni), quelle di soggiorno (26,5 milioni), le spese telefoniche (770mila euro), fino ai cosiddetti rimborsi “per l’esercizio del mandato parlamentare”: 27,9 milioni per organizzare convegni, conferenze e pagare i vari assistenti.

Non è questa, però, la voce di spesa più alta. Ci sono infatti i dipendenti: per emolumenti, contributi e oneri per il personale se ne vanno 209 milioni di euro. Che dire, ancora, delle pensioni, altro tasto dolente dell’onorevole bilancio: si prevede di spendere 133,8 milioni per le pensioni degli ex deputati (i cosiddetti vitalizi); 277 milioni per tutto il personale in quiescenza. E poi, ancora, nessuno dimentichi i costi per i vari servizi, beni e forniture (leggi articolo sotto), per cui bruceremo altri 86 milioni.

BICCHIERE MEZZO PIENO. In questo quadro c’è, però, anche una notizia positiva. Nei prossimi anni, infatti, le spese per il mantenimento dei deputati si assottiglieranno sempre più: nel 2023 e nel 2024, scrive il Collegio dei questori, la previsione di spesa riferita ai deputati “si riduce, in confronto con il 2022, rispettivamente di 40,2 milioni di euro e di 52 milioni di euro”.

La ragione? Il taglio dei parlamentari che, dalla prossima legislatura, passeranno da da 630 a 400. Non a caso “la quantificazione delle previsioni di spesa è stata effettuata assumendo come riferimento la data di scadenza naturale della legislatura in corso; fino al 22 marzo 2023 è stata pertanto calcolata la spesa relativa a 630 deputati”. Sempre che non si vada prima al voto.

Vestiario, voli, corsi di lingua: ecco le onorevoli spese

Come spesso accade tra le spese di funzionamento di un organo istituzionale come la Camera dei Deputati ci si trova di tutto. Alcune uscite inevitabili ovviamente, altre piuttosto curiose. Partiamo dai trasporti: pochi sospetterebbero che per scorrazzare i nostri deputati il prossimo anno Montecitorio arriverà a spendere oltre 10 milioni di euro. Nel computo manco a dirlo c’è di tutto: aerei (6,9 milioni), navi (10mila euro), treni (3,4 milioni) e finanche i pedaggi autostradali (300mila euro).

Che dire poi della ristorazione: oltre 2 milioni per sfamare deputati e personale. Non poteva mancare, ancora, il servizio di pulizia: 6 milioni all-inclusive, compreso il servizio di lavanderia che da solo costa ben 25mila euro. Per essere tutti lindi e pinti, però, Montecitorio assicura anche vestiario nuovo di zecca: nel 2022 si prevede di spendere 190mila euro. Ci sono poi i materiali di consumo: oltre 2 milioni di euro tra combustibili e carburanti (45mila euro), carta e penne (460mila), prodotti farmaceutici (800mila euro). Ma non è finita qui.

Siccome la Camera non vuol far mancare nulla a tutte quelle persone che la frequentano verranno organizzati nel 2022 – così come tutti gli anni – corsi di aggiornamento professionale per il personale (550 mila euro) e soprattutto corsi di “formazione linguistica ed informatica” per gli onorevoli che vorranno partecipare (altri 200mila euro). Che dire, ancora, della comunicazione istituzionale: addirittura si spenderanno 2,8 milioni. Nel computo complessivo ci sono anche i “servizi fotografici” per i quali si conta di spendere 130mila euro.