Candidarsi al Csm senza raccolta firme, sul correntismo il referendum ha le armi spuntate

Togliere il requisito della 25 firme per candidarsi al Csm. Il referendum ci prova ma perfino gli avvocati sono scettici sul risultato

Candidarsi al Csm senza raccolta firme, sul correntismo il referendum ha le armi spuntate

Dopo scandali e veleni che hanno travolto il Csm, il quinto quesito del referendum promette di rottamare il ‘problematico’ sistema delle correnti. Lo fa con la scheda verde che si intitola “Abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura” e che ha l’obiettivo dichiarato di limitare lo strapotere delle correnti, per certi versi assimilabili ai partiti politici, che condiziona la composizione dell’organo di autogoverno delle toghe, dando luogo ad alcune storture tra cui la più evidente è quella degli incontri carbonari tra toghe e politica nel cosiddetto sistema Palamara.

Si tratta di un problema gigantesco quello delle influenze che le varie correnti possono esercitare che il referendum, almeno secondo i proponenti, riuscirebbe a limitare con la sola modifica dell’articolo 25 comma 3 della legge 195/1958 che disciplina le elezioni al Csm. Al momento chi vuole candidarsi a consigliere può farlo depositando una raccolta di almeno 25 firme, prese tra i propri colleghi.

In che modo i promotori del referendum ritengono di poter limitare il potere delle correnti? Semplice, cancellando tale raccolta firme così che chi vuole candidarsi non deve far altro che presentare domanda all’ufficio elettorale, con allegata una “dichiarazione con firma autenticata dal presidente del Tribunale nel cui circondario il magistrato esercita le sue funzioni”.

IL PANNICELLO CALDO

Se il problema fosse tanto semplice, c’è da chiedersi come mai sono decenni che si discute di modi e sistemi per arginare lo strapotere delle correnti nell’organo di autogoverno delle toghe. Eppure Matteo Salvini, la Lega e i Radicali, sembrano convinti che una così piccola modifica può cambiare le carte in tavola in modo decisivo. Come si possa essere convinti di tutto ciò, è però un mistero.

Anzi a dirla in modo molto schietto, non si può che essere scettici sul risultato di questo quesito perché il requisito delle 25 firme è facilmente raggiungibile da chiunque, anche senza alcun appoggio da parte delle correnti, visto che la platea di riferimento è pari a 9mila elettori.

Ma anche volendo far finta che tutto ciò potrebbe mettere fine a questo annoso problema del correntismo, resta il fatto che il quesito referendario in questione è letteralmente inutile. Come mai? Perché l’abolizione delle firme è già prevista dalla riforma del Csm della ministra Marta Cartabia su cui è già arrivato il via libera della Camera e il 15 giugno approderà in Senato. Insomma sembra proprio che a prescindere da tutto e tutti, l’abolizione della raccolta firme sarà legge.

A dispetto di quanto si creda, questa modifica non viene vista di buon occhio nemmeno da esperti del settore. Tra questi spicca il professore e avvocato Franco Coppi che, in un’intervista al Corriere della Sera, ha spiegato perché, a suo parere, il quesito è sostanzialmente inutile: “Finché del Csm faranno parte i magistrati, anche estratti a sorte, si riproporranno giochi, giochetti e giochini. Ma sono problemi complessi e delicati. Deve occuparsene il Parlamento”.

Insomma se l’intenzione è quella di rottamare il correntismo, allora per il professor Coppi si tratta di un fallimento preannunciato. “Questo quesito è una mistificazione perché si parla di riforma del Csm mentre in realtà non tocca in nulla il Consiglio superiore della magistratura se non nella possibilità e nelle modalità dei magistrati di candidarsi al suo interno. Aggiungere o togliere queste 25 firme non cambierà niente” spiega a Sky Tg24 il segretario di Area, Eugenio Albamonte.

Del resto, conclude, “non ci vuole una macchina organizzativa per raccogliere 25 firme, basta farsi un giro nel corridoio dell’ufficio in cui si lavora e in mezz’ora o tre quarti d’ora il sostegno alla candidatura lo si trova. Non è con questa modifica che si toglie potere alle correnti”.

Che raccogliere un simile quantitativo di firme sia cosa facile anche per chi non fa parte delle correnti, lo ha affermato con decisione anche l’ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo secondo cui per riuscirci “basta andare qualche volta al bar” dell’ufficio in cui si lavora, per questo “i promotori o sono ingenui o spacciano quale rimedio al correntismo una medicina inutile”.