Cannabis legale, depositate in Cassazione 630 mila firme per il referendum. Cappato: “Da troppi anni la politica non riesce a decidere, ora può farlo il popolo”

Il comitato promotore per il referendum sulla cannabis legale ha depositato questa mattina in Cassazione circa 630 mila firme.

Cannabis legale, depositate in Cassazione 630 mila firme per il referendum. Cappato: “Da troppi anni la politica non riesce a decidere, ora può farlo il popolo”

Il comitato promotore per il referendum sulla cannabis legale ha presentato in Cassazione circa 630 mila firme. Gran parte delle firme sono state raccolte online, solo circa 5mila sono quelle cartacee. L’ufficio centrale per i referendum della Suprema Corte, nelle prossime settimane, dovrà vagliarne la validità e se darà il via libera, la parola passerà alla Corte Costituzionale, a cui spetta la valutazione sulla legittimità del quesito preposto.

“Sono troppi anni che la politica non riesce a decidere su questo tema, ora può farlo il popolo italiano con il referendum” ha detto Marco Cappato, esponente dell’associazione Luca Coscioni, oggi in Cassazione per il deposito delle firme per il referendum sulla cannabis legale. “Basta intasare i tribunali e occupare le carceri – ha aggiunto Cappato – la legalizzazione oggi è un elemento di ragionevolezza che purtroppo non è alla portata dei partiti, lo abbiamo visto anche ieri con quello che è accaduto sul ddl Zan. La situazione parlamentare impone un’azione, non si può restare fermi a contemplare i problemi dei partiti ma bisogna attivare gli strumenti di democrazia partecipativa”.

“Consentiranno agli italiani di potersi esprimere sulla legalizzazione della Cannabis, perché è giusto, perché significa abbattere la cultura ipocrita ed inefficace del proibizionismo, che in questi anni ha provocato solo danni, ha ingrassato la criminalità organizzata, ha intasato i tribunali, ha gettato in carcere generazioni di ragazzi e ragazze, ha aumentato la marginalità sociale e perfino l’insicurezza”, gli ha fatto eco il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.

“Il referendum è l’occasione – prosegue il leader di SI – per ricostruire un meccanismo di partecipazione che consenta alla società di questo Paese di fare irruzione in un dibattito politico spesso bloccato da una coltre di ipocrisia, come ha dimostrato anche ieri il voto vergognoso sul Ddl Zan ha abbattuto una legge di civiltà. Ecco questo referendum forse ci consentirà di evitare un rischio simile”.

“In occasione della presentazione delle firme per il referendum per la legalizzazione della cannabis, Fratelli d’Italia annuncia che è disponibile a mettere tutta la sua struttura a disposizione, se il referendum dovesse essere accolto dalla Corte Costituzionale, per organizzare il comitato per il no al referendum”, ha sottolineato, invece, la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

“Noi crediamo che sia una follia – ha aggiunto la Meloni -, nella nazione che ha il più alto tasso di abuso, di utilizzo di droghe presuntamente leggere tra i quindicenni, e terzo in assoluto, dire ai giovani e all’Italia, che dopo aver tolto loro il diritto alla socialità, il diritto ad avere un’educazione adeguata, il diritto ad avere un posto di lavoro dignitoso, quello che lo Stato e le istituzioni sono in grado di regalare a questa generazione, e non soltanto, è la droga libera”.