Caos migranti. Due sudanesi riportati in Libia e uccisi dalla Guardia costiera di Tripoli. Intanto l’Europa è di nuovo assente sulla redistribuzione

Due migranti sudanesi sono stati uccisi, e altri cinque feriti, in una sparatoria avvenuta la scorsa notte a Khums, est di Tripoli, durante le operazioni di sbarco. I migranti erano stati intercettati in mare e riportati a terra dalla Guardia Costiera libica. Lo rende noto l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) riferendo che “le autorità locali hanno iniziato a sparare nel momento in cui alcuni migranti, scesi da poco a terra, avevano cercato di darsi alla fuga”. I cinque migranti feriti sono stati portati in ospedali della zona, mentre la maggior parte dei sopravvissuti all’incidente è stata trasferita in centri di detenzione.

Le sofferenze patite dai migranti in Libia sono intollerabili”, ha affermato Federico Soda,  capo missione Oim in Libia. “L’utilizzo di una violenza eccessiva ha causato ancora una volta delle morti senza senso, in un contesto caratterizzato da una mancanza di iniziative pratiche volte a cambiare un sistema che spesso non è in grado di assicurare alcun tipo di protezione”.

L’Oim ribadisce che “la Libia non è un porto sicuro” e lancia nuovamente un appello all’Unione Europea e alla comunità internazionale “affinché si agisca con urgenza per fermare i ritorni in Libia di persone vulnerabili”.

Il tema nel frattempo è diventato accesissimo anche in Italia, anche perché nel frattempo gli sbarchi in Italia sono ripresi. Nelle scorse settimane son oltre 5mila i richiedenti asilo arrivati in Italia.

Mentre la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese parla di “pericolo sanitario” e lavora per fermare le partenze dalla Tunisia, il capo della Farnesina Luigi Di Maio si appella direttamente all’Unione europea. Gli Stati membri devono “riprendere le redistribuzioni“, ha dichiarato a margine di un convegno. Il meccanismo, si è fermato “durante la crisi pandemica, ma adesso l’Unione deve riattivare quanto stabilito a Malta a settembre scorso”. In area Pd, invece, arriva la bocciatura all’esecutivo da parte di Matteo Orfini, che a Repubblica giudica “fallimentare” la strategia iniziata “con il governo Gentiloni”. Più morbidi i toni del segretario dem Nicola Zingaretti, secondo cui il governo deve “affrontare con urgenza” e “in modo adeguato” il dossier. Partendo, si legge tra le righe, dalle modifiche ai decreti sicurezza targati Salvini.