Caparra fantasma. Maxi-sequestro da 350mila euro a Solinas

Il governatore sardo è Christian Solinas accusato di corruzione. L'inchiesta riguarda la compravendita di una proprietà.

Caparra fantasma. Maxi-sequestro da 350mila euro a Solinas

I giorni da incubo per Christian Solinas si stanno trasformando in una vera odissea. Oltre a essere stato scaricato come candidato del centrodestra per le regionali, Solinas ieri si è visto anche recapitare un decreto di sequestro cautelare di beni e immobili, per un valore di circa 350mila euro, firmato dal pm Giangiacomo Pilia. L’inchiesta, con l’ipotesi di reato di corruzione e che vede in tutto sei indagati, è quella aperta dalla Procura di Cagliari da una parte sulla compravendita di una proprietà del governatore Solinas a un fornitore della Regione Sardegna, dall’altra sulla nomina di Roberto Raimondi dg dell’autorità di gestione del programma Eni-Cbc bacino del Mediterraneo.

Il governatore sardo è Christian Solinas accusato di corruzione. L’inchiesta riguarda la compravendita di una proprietà

Con Solinas, nel primo filone dell’indagine, sono indagati l’imprenditore Roberto Zedda e il suo braccio destro, il consigliere regionale Nanni Lancioni (Psd’Az). L’indagine riguarda la compravendita da parte di Zedda di una proprietà di Solinas a Capoterra e poi il successivo acquisto di una casa da parte del presidente della Regione vicino al Poetto di Cagliari. Per gli inquirenti, Zedda avrebbe ottenuto in cambio una fornitura di termoscanner e la prosecuzione della fornitura di software e hardware nell’ambito del project financing di Nuoro.

In breve la storia è questa: il 4 novembre 2020 Zedda, fornitore della Regione attraverso la società Arionline, sottoscrive con Solinas un preliminare di compravendita per un rustico a Capoterra (Ca) e versa contestualmente una caparra da 250mila euro. Per Solinas è un vero affare, visto che quel rustico che vende a 500mila euro l’aveva comprato nel 2002 per soli 40 mila. Inoltre la proprietà non ha neanche il “certificato di agibilità” ed è sottoposto a vincoli dei Beni culturali. Zedda comunque firma e si impegna a sottoscrivere il rogito entro il 30 giugno 2021. Ma così non è stato. E per mesi di quella caparra non si è saputo nulla. Il passaggio di proprietà avviene solo il 1° giugno 2022, dopo che la stampa aveva svelato l’affare immobiliare e chiesto spiegazioni.

Nel frattempo però la Arionline di Zedda ottiene dalla Regione appalti per centinaia di migliaia di euro. Riceve commesse anche dai comuni sardi ai quali vende software amministrativi. Solo il Comune di Capoterra (quello dei ruderi), per esempio, nel 2022 appalta ad Arionline: 4.674 euro per manutenzione software; 10.055 manutenzione software; 2.713 per formazione; 28.204 per assistenza tecnica. Solinas da parte sua, utilizza i soldi ottenuti dalla vendita del rustico per comprare una villa faraonica al Poetto di Cagliari. Il 10 marzo 2021 (4 mesi dopo la vendita a Zedda) compra una villa da 543 mq, 4 piani in una delle più belle zone di Cagliari, 20 vani, più giardino. Per la magione sborsa 1,1 milioni, un acquisto possibile grazie anche al mutuo da 880mila euro erogato dal Banco di Sardegna il 19 marzo 2021 (360 rate mensili da 2.932,21 euro ciascuna), unica garanzia la villa stessa.

Le indagini riguardano anche presunte pressioni per la nomina di Raimondi al vertice dell’Enpi

Il secondo filone dell’inchiesta riguarda invece presunte pressioni effettuate da Solinas per la nomina di Roberto Raimondi al vertice dell’Enpi, per 5 anni con uno stipendio da 140mila euro l’anno. In cambio il governatore avrebbe ottenuto una laurea honoris causa in Medicina dall’Università di Tirana, una cattedra nella stessa università e un incarico da docente presso la Link University di Roma. Uno scambio che, per il pm Pilia configurerebbe il reato di corruzione: un incarico pubblico retribuito con soldi pubblici, in cambio di un favore personale. Per questo filone, sono sotto accusa anche il rettore dell’università di Tirana Arben Gjata e il dg della E-Campus Algonso Lovito.

Del resto, quello con la laurea è rapporto difficile per Solinas, soprannominato il “Trota sardo”: prima di essere eletto, vantava solo un “diploma d’eccellenza” in sociologia risalente al 2006, conseguito alla “Università Leibnitz di Milano”. Un titolo non riconosciuto dal Miur. Quindi, nel 2018 annunciò di essersi laureato in legge all’università di Sassari. Ma anche qui rimase più di un dubbio, per alcuni esami verbalizzati a dieci anni di distanza e per una tesi che l’Ateneo si è sempre rifiutato di rendere pubblica, sostenendone la natura di “opera d’ingegno” e quindi tutelata dalla privacy.