Cappellacci: “Più che al centro, Renzi e Calenda stanno in mezzo”

Parla l'ex governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci: "Azione e Italia viva partitini personali. Con il piede in due staffe".

Cappellacci: “Più che al centro, Renzi e Calenda stanno in mezzo”

Ugo Cappellacci, lei che è stato presidente dal 2009 al 2014 della Sardegna, sa dirci perché il cdx ha perso nella sua regione? Nello specifico, la Lega è stata leale?
“La Sardegna non è diventata la Cuba dei ‘giallorossi’ come raccontano Conte e Schlein sui media nazionali, le liste di centro-destra hanno il 6% in più della loro coalizione. Non c’è una bocciatura delle nostre idee, c’è la richiesta di applicarle con maggiore determinazione. Il sindaco Truzzu ha paradossalmente pagato a caro prezzo, con il disgiunto, l’apertura di molti cantieri a Cagliari. Un voto disgiunto spontaneo, non strutturato”.

Forza Italia è in crescita: merito della svolta moderata di Tajani o demerito di Salvini ormai in crisi verticale?
“Merito di Silvio Berlusconi, che da grande leader internazionale ha lasciato un patrimonio politico ideale che prosegue anche dopo la sua scomparsa; di Tajani che ha saputo guidare con saggezza ed equilibrio il partito in questa fase difficile e consentitemi di una squadra a livello locale che è andata a cercare i voti casa per casa. In Sardegna Forza Italia è il secondo partito della coalizione di Centrodestra nazionale e ci sono ottimi motivi per essere orgogliosi delle persone che in questi anni hanno stretto i denti e che hanno dimostrato lealtà, competenza e capacità di raccogliere consensi”.

I cosiddetti “centristi” (Azione e Italia Viva) hanno un futuro o sono solo partitini personali che tengono i piedi in due staffe, un po’ a destra e un po’ a sinistra in base alle convenienze?
“È la differenza tra stare al centro della scena politica e stare “in mezzo”. Noi siamo il riferimento dei valori popolari, cristiani, europeisti, liberali. I partitini personali sono una degenerazione della politica. Per avere il culto della personalità, poi, bisogna averne una, possibilmente una sola”.

A suo avviso, quanto “durerà” la Schlein come segretaria Partito democratico?
“Spero il più a lungo possibile. Battute a parte, mi sembra che il suo messaggio politico rasenti i giochi di parole del film “Amici miei”: il significato è incomprensibile.

Lei è Presidente della Commissione Affari Sociali della Camera. Il ddl Calderoli non rischia di aumentare ulteriormente il divario tra Nord e Sud accrescendo le diseguaglianze sociali?
“Da Presidente della Regione ho registrato il record di conflitti davanti alla Corte Costituzionale con lo Stato centrale e ne ho vinti parecchi. Non c’era il disegno di legge Calderoli all’epoca ma da Roma non arrivavano le risorse alla Sardegna mentre con l’accordo Prodi-Soru del 2009 tutte le spese della Sanità erano state accollate alla Regione. La riforma va orientata sulla base del fabbisogno delle comunità, con particolare riguardo al Meridione e alle Regioni insulari”.

In questo periodo si parla tanto di alleanza di destra in Europa. Non rischia di essere contraddittorio per un partito che si dichiara centrista e liberale come Forza Italia pensare di allearsi con i conservatori di Ecr che comprendono leader estremisti come Zenmour che è accusato di essere filorusso misogino (persino la Le Pen lo dice) e che ha addirittura detto che il nord Italia avrebbe dovuto essere francese?
“Nessuna contraddizione, nel 2017 Tajani divenne Presidente del Parlamento Europeo con una maggioranza che comprendeva i conservatori. L’esperienza dice che siamo noi i garanti del fatto che si tenga la barra dritta sui valori fondanti dell’Unione. Chi vuole che questi valori siano maggioritari, a giugno scelga Forza Italia che significa optare per il Partito Popolare Europeo”.