Carte di credito: ecco il tetto massimo per le commissioni. Il provvedimento UE potrebbe minare la libera concorrenza e gravare sulle tasche dei cittadini

Carte di credito e carte di debito potrebbero presto andare incontro a una nuova disciplina fiscale. Il Consiglio Europeo interviene nel settore dei pagamenti virtuali con l’intento di imporre un tetto unico alle commissioni sui pagamenti. Il provvedimento potrebbe però diventare un boomerang pronto a colpire soprattutto i consumatori, in un momento di grande dinamismo del settore, in cui le carte di credito sono sempre più utilizzate in Italia e in Europa.

Cap dello 0,3% per carte di credito e dello 0,2% per carte di debito

Il Consiglio Europeo ha già espresso parere favorevole riguardo al nuovo Regolamento che disciplina i pagamenti effettuati tramite denaro virtuale, imponendo un tetto massimo unico sulle transazioni virtuali. Il parere positivo da parte del Consiglio segue a quello del Parlamento Europeo, il Cap delle commissioni sarà pari allo 0,2% per le carte di debito e dello 0,3% per le carte di credito.

A rischio la libera concorrenza

Prima criticità: il tetto massimo imposto sulle transazioni non varrà per  tutti i tipi di circuito virtuali ma solo per quelli definiti a 4 parti, come MasterCard e Visa, ma non su quelli a 3 parti, tra cui PayPal e American Express. Come facilmente intuibile, il nuovo Regolamento creerà una diversità di trattamento, minando il principio della libera concorrenza fra competitor.

Rischio aggravi per i consumatori

A ciò si aggiunge il facilmente ipotizzabile aumento dei costi per la gestione delle carte di pagamento virtuale. Aumento che, ovviamente, colpirà i comuni cittadini. Gli istituti del settore saranno chiamati a fronteggiare l’emorragia di denaro posta in essere dal mancato guadagno sulle transazioni e, per tale ragione, è più che probabile un aumento dei prezzi sui servizi di pagamento.

Applicare un unico tetto alle transazioni significa chiedere più soldi ai cittadini che vedranno crescere i costi annui delle proprie carte – afferma Antonio Longo, presidente di Italian E-Payment Coalition (IEPC)  – A questo si aggiunge il rischio sovrapprezzo, previsto dalla legge, per i titolari di carte Diners, PayPal e American Express”.

Il precedente spagnolo

Se il provvedimento dovesse rivelarsi dannoso per i cittadini, come già in molti sostengono, sarà facile accusare gli organi europei. D’altro canto, una case history sulla questione esiste già e non gioca a favore dell’UE: tra il 2006 e il 2010, in Spagna è stata varata una riduzione media delle commissioni interbancarie del’ 57%. Risultato: aumento dei costi sui circuiti virtuali di pagamento pari al 50% e mercato del settore in ginocchio. Aspettiamo di scoprire gli effetti che il provvedimento avrà sul mercato dell’Eurozona.