Casamonica, Vespa punge detrattori e presunti esperti tv: “Lasciateci fare il nostro mestiere. Il servizio pubblico deve occuparsi di tutto”. E su Roma: “Non ha perso la dignità per colpa nostra”

Non ci sta Bruno Vespa a passare per il capro espiatorio di una vicenda che ha ben altri colpevoli. Come per esempio chi ha permesso quel funerale show di Vittorio Casamonica per le strade e il cielo di Roma. “Lasciateci fare il nostro mestiere”, ha detto il conduttore parlando con l’assessore capitolino alla Legalità, Alfonso Sabella, in apertura della puntata odierna di Porta a Porta. L’assessore Sabella aveva chiesto al conduttore perché non fossero presenti anche le vittime del clan Casamonica nel corso della trasmissione di ieri sera con ospiti in studio Vera e Vittorino Casamonica (figlia il nipote del capofamiglia Vittorio). Vespa ha affermato che quella dei Casamonica “è una famiglia molto complessa e con un alto tasso di criminalità, la persona di cui sono stati celebrati quei funerali volgari ed eccessivi non era un mafioso né uno spacciatore. Noi dovevamo contestare quello che Polizia e Carabinieri e l’opinione pubblica gli ha contestato. Credo che il servizio pubblico debba trattare tutto e noi abbiamo trattato la vicenda dei Casamonica come andava trattata nel servizio pubblico”. A chi accusa la trasmissione di aver fatto perdere la dignità alla Capitale Vespa risponde senza girarci intorno: “Il problema non si risolve spegnendo le telecamere ma, come forse tardivamente è stato fatto, andando a prendere i criminali per restituire dignità alla città”. Il conduttore ha spiegato poi che i due ospiti della famiglia Casamonica sono entrambi incensurati.