Caso Cucchi, l’appello del comandante generale dei Carabinieri Nistri: “Chi sa parli. Altrimenti non è degno di indossare la divisa”

"L'Arma andrà fino in fondo per la parte di competenza"

“Chi sa parli”. E’ l’appello ai carabinieri del Comandante generale dei Carabinieri, generale Giovanni Nistri, nel corso di un’intervista a Porta a Porta sul caso Cucchi che andrà in onda questa sera. Nistri si è detto “lieto che uno dei militari presenti quella sera (il brigadiere Francesco Tedesco ndr) abbia detto la sua verità: questo vuol dire che questa verità adesso potrà entrare a pieno titolo nel processo insieme con tutte le altre evenienze che sono state accertate nel frattempo dall’autorità giudiziaria, e dunque questo sarà un passo in più verso una definizione della vicenda”.

Alla domanda del conduttore, Bruno Vespa, se l’istruttoria disciplinare nell’arma andrà avanti ad ogni livello Nistri ha risposto: “questo è poco ma sicuro. Intanto siamo lieti che l’autorità giudiziaria stia procedendo perché infine si avrà una perimetrazione completa delle responsabilità. Che si tratti di responsabilità commissive piuttosto che di responsabilità omissiva nei controlli eventualmente piuttosto che in altre ipotesi anche diciamo di disattenzione o di agevolazione”.

Il comandante generale dei carabinieri ha poi ribadito che “l’Arma non solo andrà fino in fondo per la parte di competenza e io ribadisco la necessità che un carabiniere ha il dovere morale prima ancora di giuridico di dire la verità e la deve dire subito”. Quindi – ha aggiunto Nistri – questa è l’occasione. Chi sa parli. Perché un carabiniere deve rispettare il proprio giuramento se vuole essere un carabiniere. Chi esce da questa regola e viene ritenuto responsabile di gravi fatti non è degno di indossare la divisa”.