Caso Estermann, i familiari della Guardia svizzera che nel 1998 uccise il suo comandante e poi si tolse la vita chiedono ai magistrati del Vaticano di riaprire il caso

I familiari di Cédric Tornay, il vicecaporale della Guardia svizzera, accusato del duplice omicidio commesso il 4 maggio 1998 che causò la morte del comandante dello stesso corpo del Vaticano, Alois Estermann e della moglie, Gladys Meza Romero, hanno chiesto ai magistrati della Santa Sede di riaprire le indagini sul caso. L’istanza per l’accesso al fascicolo integrale è stata depositata dall’avvocato Laura Sgrò (lo stesso legale che assiste i familiari di Emanuela Orlandi), rilevando numerose “criticità” nella ricostruzione dei fatti.

“Abbiamo fatto richiesta di accedere al fascicolo integrale – ha detto all’Ansa il legale -, è nel pieno diritto della signora Muguette Baudat, madre di Tornay. E’ evidente che la richiesta di riapertura delle indagini, che si basa sulla presentazione di nuove prove, non può prescindere da un attento studio degli atti e della comparazione di essi con il nuovo materiale raccolto e con lo studio degli atti anche da parte dei nostri consulenti. Non appena avremo contezza del fascicolo integrale – ha concluso l’avvocato Sgrò – completeremo la nomina dei nostri consulenti”.

La ricostruzione del duplice delitto, che si consumò all’interno delle mura leonine, venne contestata dalla madre dell’assassino fin da subito. Molti sospetti, anche i merito alla rapidità con cui le autorità vaticane indagarono e chiusero il caso, emersero tra le pagine di un libro-inchiesta, Bugie di sangue in vaticano, pubblicato da Kaos e firmato “Discepoli di verità”, un gruppo di ecclesiastici e laici. Secondo la ricostruzione fornita all’epoca dei fatti dalla stessa Santa Sede, Tornay, in preda a un raptus di follia, prima avrebbe ucciso i coniugi Estermann a colpi di pistola e poi si sarebbe suicidato.

Nel novembre 2011 il legale della madre di Tornay aveva già inviato una lettera aperta a Papa Benedetto XVI per ribadire la richiesta, sinora mai accolta, di accedere al fascicolo relativo all’inchiesta sul duplice omicidio. Anche in quel caso la madre del vicecaporale aveva messo in dubbio la versione ufficiale.