Caso Gregoretti, Salvini alla sbarra. Toninelli e Trenta tra i testimoni. A Catania l’udienza dal Gup per sequestro di persona. Rinviata l’audizione di Conte

Ci sono voluti mesi ma alla fine il procedimento a carico di Matteo Salvini sul caso della nave Gregoretti entra nel vivo. Questa mattina, nell’aula bunker del carcere di Bicocca a Catania, sarà celebrata l’udienza preliminare dal gup Nunzio Sarpietro che dovrà decidere se processare o meno il Capitano a cui viene contestato il sequestro di persona e l’omissione d’atti d’ufficio. Oltre a lui saranno presenti in aula per essere sentiti in qualità di persone informate sui fatti anche gli ex ministri ai Trasporti, Danilo Toninelli, e alla Difesa, Elisabetta Trenta, mentre, contrariamente a quanto si pensava in un primo momento, ha dovuto dare forfait all’ultimo secondo il premier Giuseppe Conte. Il Presidente del Consiglio, infatti, è impegnato in importanti incontri europei e per questo ha comunicato di volersi avvalere dell’articolo del codice di procedura penale che gli dà facoltà di essere ascoltato a Palazzo Chigi in una successiva udienza che verrà calendarizzata oggi stesso.

NODI DA CHIARIRE. Se per Salvini si tratta di “un processo dal mio punto di vista assurdo” perché “rischio più anni di carcere di uno stupratore e di un assassino”, non sembrano pensarla allo stesso modo i magistrati che vogliono vederci chiaro su cos’è successo davvero il luglio 2019 quando la nave della Guardia costiera italiana, su cui erano presenti 131 migranti, è stata trattenuta in mare per una settimana in attesa dell’assegnazione di un porto sicuro. Quel che è certo è che il Capitano si sente sicuro che il procedimento si concluderà in un nulla di fatto tanto che ieri ha spiegato di voler “credere nella giustizia italiana” convinto che “ci siano giudici che dicono guardate che Salvini ha fatto quello che poteva e doveva fare e che aveva promesso di fare, rispettando le norme, la vita, risparmiando un sacco di soldi che gli italiani buttavano via col business dell’immigrazione clandestina”.

IN CERCA DI RISPOSTE. Proprio per far luce su questa vicenda, nei giorni scorsi il gup Sarpietro ha chiesto e ottenuto dal Viminale una lunga serie di atti relativi ad altri 140 sbarchi che sono avvenuti sulle coste italiane sia nei mesi in cui il Capitano ha rivestito il ruolo di ministro dell’Interno che in quelli avvenuti a seguito del passaggio di consegne con Luciana Lamorgese. Stando a quanto trapela, l’attenzione del magistrato si starebbe concentrando soprattutto su 5 casi che riguardano migranti salvati dalle navi delle numerose ong e che, come noto, vennero costrette a restare a lungo in mare prima di riuscire ad ottenere il porto di sbarco. Lo stesso gip, già nelle settimane scorse, ha anche acquisito un serie di documenti tra cui spiccano i due decreti sicurezza firmati dal Capitano, il codice di regolamentazione delle ong voluto dal suo precedessore Marco Minniti, e la sentenza del Tar del Lazio che ha sollevato dubbi sulla legittimità del decreto sicurezza nella parte in cui vieta l’ingresso in acque territoriali alle navi umanitarie con a bordo migranti salvati in mare.

Proprio su questo alto numero di sbarchi e sui presunti rilievi relativi alle norme usate per controllare gli approdi, stando a quanto si apprende, si concentreranno le domande del gup che verranno effettuate oggi agli ex ministri Toninelli e Trenta. Poi il magistrato tenterà di capire se, come ha sempre sostenuto Salvini, la decisione sul caso Gregoretti e su tutti gli episodi simili sia stata presa collegialmente dall’intero governo o meno.