Caso marò divide governo indiano. Dissensi tra i ministri, preoccupazione per riflessi sulle elezioni

da Ansa.it

NEW DELHI – Il braccio di ferro fra i tre ministri indiani implicati negli sviluppi del processo che riguarda i maro’ Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non e’ ancora concluso ed il governo sta cercando di risolverlo, preoccupato per i riflessi elettorali che il caso potrebbe avere. Lo scrive oggi il quotidiano The New Indian Express. In un articolo online, il giornale sostiene che ”lo scontro e’ tale che il governo ha deciso di consultare il procuratore generale G.E. Vanvahati per cercare di uscire dal pasticcio”.

Mentre i ministeri degli Esteri e della Giustizia sarebbero d’accordo nell’utilizzare lo strumento delle lettere rogatorie, si dice ancora, il ministero dell’Interno ha una posizione piu’ dura, ritenendo che ”l’Italia si e’ ancora una volta fatto beffe degli accordi” e vorrebbe per questo un intervento della Corte Suprema. Lo stesso ministero, aggiunge il giornale, ritiene che il rifiuto di parte italiana di mettere a disposizione della polizia investigativa Nia gli altri quattro maro’ che con Latorre e Girone formavano il team di sicurezza sulla Enrica Lexie ”stia ulteriormente ritardando la chiusura delle indagini”. Secondo la fonte ufficiale consultata da The New Indian Express, ”i vertici del governo, temendo le implicazioni politiche di questo caso in un anno elettorale, vorrebbero chiudere la questione al piu’ presto e per questo hanno chiesto aiuto al Procuratore generale”. ”I risvolti politici, nazionali e religiosi della vicenda – ha ancora detto la fonte – sono tali da poter compromettere le possibilita’ di vittoria del partito al potere”. Il giornale conclude che anche il governo dello Stato del Kerala (dove l’incidente e’ avvenuto il 15 febbraio 2012) sta esercitando pressioni sui vertici del partito del Congresso. ”L’opposizione – hanno detto al quotidiano un ministro dell’Unione e leader del Congresso locale – ha gia’ stampato manifesti dei due maro’ che partecipano ad un party in ambasciata e noi abbiamo avuto grandi difficolta’ a far fronte a questa situazione. Visto che il Paese si prepara per le elezioni generali – hanno infine detto queste fonti – la questione deve essere chiusa al piu’ presto”.

Min. Esteri India, nessun accordo extra-giudiziario – ”In una vicenda penale solo un tribunale puo’ ordinare una forma di accordo, se mai ve ne sia uno, tenendo conto dei capi d’accusa e di altre questioni”: lo ha dichiarato ieri il ministro degli Esteri indiano Salman Khurshid, rispondendo alla domanda di un giornalista riguardante la vicenda dei maro’. Secondo l’agenzia di stampa Pti, il ministro ha ripetuto che ”siamo di fronte ad un processo penale e per questo non vedo alcuna possibilita’ di accordo extra-giudiziario”.

Nei giorni scorsi la questione di un possibile accordo extra-giudiziario, non si sa bene da chi sollevata, era emersa nei media indiani ed era stata smentita all’ANSA da fonti del governo a New Delhi. La chiusura delle indagini sull’incidente del 15 febbraio 2012 e’ bloccata dal fatto che la polizia investigativa Nia ritiene fondamentale prima di presentare il risultato del suo lavoro al giudice interrogare gli altri quattro maro’ che formavano con Latorre e Girone il team di sicurezza sulla Enrica Lexie. Di fronte all’impossibilita’ di disporre dei quattro a New Delhi per l’opposizione del governo italiano, la Nia e’ entrata in una fase di complesse consultazioni con i ministeri dell’Interno e della Giustizia e con la Procura della Repubblica. Giorni The Economic Times aveva sostenuto che il governo sembrava incline all’invio di una delegazione della polizia investigativa a Roma.