Caso Palamara, sì all’uso delle intercettazioni. Il gip di Perugia ha ordinato la trascrizione integrale. Saranno utilizzate pure le conversazioni con i parlamentari Lotti e Ferri

Sembra davvero un periodo no per Luca Palamara. Dopo che sabato è stata confermata in via definitiva la sua espulsione dall’Associazione nazionale magistrati, ieri il pm sospeso per lo scandalo al Csm ha subito un’altra batosta, forse la più dolorosa di tutte perché il gip di Perugia, Lidia Brutti, ha disposto la trascrizione di tutte le intercettazioni telefoniche e telematiche finite al centro dell’inchiesta.

Può sembrare una cosa scontata ma l’utilizzo di questi audio è stato più volte messo in discussione dalla difesa del magistrato in quanto negli audio più rilevanti, tra cui quelli all’hotel Champagne di Roma, sono finiti anche alcuni parlamentari. Peccato che per il giudice di Perugia andranno trascritte tutte le oltre 200 conversazioni, incluse quelle che hanno coinvolto i deputati Luca Lotti e Cosimo Maria Ferri perché quest’ultime sono avvenute in modo del tutto casuale e quindi sono del tutto “legittime”.

Audio che, come noto, hanno creato uno tsunami per la magistratura italiana. Nell’incontro del 9 maggio del 2019 all’hotel Champagne, si incontrano Palamara, cinque ex consiglieri del Csm e i due parlamentari, decisi ad indirizzare le nomine nelle procure italiane, in particolare quella di Roma dove a breve si sarebbe dovuto scegliere l’erede di Giuseppe Pignatone. Il timore, da parte dei partecipanti all’incontro, era l’affermazione di Giuseppe Creazzo e per questo il fedelissimo di Matteo Renzi, Lotti dettò la linea esclamando: “Si vira su Viola (Marcello, ndr), ragazzi”.