Caso Regeni, inizia il processo agli 007 egiziani. I genitori di Giulio: “Aspettavamo questo momento da 8 anni”

Inizia il processo agli 007 egiziani per il sequestro e la morte di Giulio Regeni. I genitori: "Aspettavamo questo momento da 8 anni".

Caso Regeni, inizia il processo agli 007 egiziani. I genitori di Giulio: “Aspettavamo questo momento da 8 anni”

Il processo ai quattro 007 egiziani accusati del sequestro e dell’omicidio di Giulio Regeni è iniziato. Si tiene davanti alla prima Corte d’assise di Roma e alla sbarra ci sono quattro agenti della National Security: il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif.

I quattro 007 egiziani sono imputati per il reato di sequestro di persona pluriaggravato, inoltre a Magdi Ibrahim Abdelal Sharif viene contestato anche il concorso in lesioni personale aggravate e il concorso in omicidio aggravato. Quella di oggi per i genitori di Giulio Regeni, Claudio e Paola, è “una giornata molto importante”. 

I legali e i genitori di Giulio Regeni al processo: aspettavamo questo momento da 8 anni

L’avvocato Alessandra Ballerini, legale insieme a Giacomo Satta dei genitori di Giulio Regeni, parla al termine della prima udienza del processo: “Erano otto anni che aspettavamo questo momento. Finalmente speriamo che il processo possa partire. Sono state sollevate le questioni preliminari che erano già stata rigettate in tutte le altre aule di giustizia: speriamo, dopo la decisione della Consulta che rafforza molto la nostra posizione, di poter avere un processo contro chi ha fatto tutto il male del mondo a Giulio”.

Durante il processo sono state avanzate dai difensori una serie di eccezioni per provare a chiedere la nullità del decreto che dispone il giudizio: i giudici dovranno sciogliere la riserva il prossimo 18 marzo. Una mossa attesa, come spiega Ballerini. Tra le questioni preliminari sollevati c’è la conoscenza delle generalità dei quattro imputati, a cui il pm ha risposto spiegando che è sufficiente l’identificazione per l’esecuzione della pena, indipendentemente dalle generalità. 

L’avvocato difensore di Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Tranquillino Sarno, in aula ha aggiunto: “Noi a oggi non sappiamo se i nostri assistiti siano ancora in vita”. Tra le eccezioni sollevate anche la giurisdizione dello Stato italiano, oltre ad altre questioni tecniche. Ma l’avvocato aggiunge anche: “Non sono in grado di difendere il mio assistito. Non so dal capo di imputazione come il mio assistito avrebbe causato il sequestro di Giulio Regeni”.