Caso Sibilla Barbieri, Cappato attacca Rocca: “Nega l’evidenza, era dipendente da strumenti per il sostegno vitale”

Marco Cappato attacca il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, sul caso di Sibilla Barbieri e lo accusa di negare l'evidenza.

Caso Sibilla Barbieri, Cappato attacca Rocca: “Nega l’evidenza, era dipendente da strumenti per il sostegno vitale”

Nega l’evidenza. Questa è l’accusa che Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, rivolge al presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, sulla morte di Sibilla Barbieri e sulla decisione dell’Asl Roma 1 di negarle la morte assistita. Rocca aveva replicato negli scorsi giorni alle accuse di Cappato e dei familiari dell’attrice che ha deciso di ricorrere al suicidio assistito in Svizzera.

Per il presidente della Regione la commissione che ha esaminato la richiesta di Barbieri ha sostenuto che “non ricorrevano le condizioni previste sulla parte del sostegno vitale, perché i pazienti che richiedono il fine vita devono essere sostenuti artificialmente”. Un elemento che, a giudizio di Rocca, “mancava del tutto” in questo caso.

Caso Barbieri, Cappato replica a Rocca

Ma, come spiega Cappato, le cose non stavano proprio così: “Il presidente nega l’evidenzia affermando che Sibilla Barbieri non era dipendente da trattamenti di sostegno vitale”. Cappato fa riferimento a “precisi atti e documentazioni di natura medico-scientifica”, che sono poi quelli alla base della denuncia presentata dalla famiglia dell’attrice.

Cappato fa riferimento anche al parere del Comitato etico territoriale, che aveva dato “parere positivo” per l’accesso all’aiuto al suicidio assistito, “ritenendo che la condizioni di Sibilla fosse del tutto assimilabile a quella di chi è dipendente da trattamenti di sostegno vitale”. Poi, continua il tesoriere dell’Associazione Coscioni, la situazione “è prevedibilmente e rapidamente peggiorata”, come dimostrano un certificato medico del 10 ottobre e una relazione del 23 ottobre, “dove viene scritto che le è stata consigliata terapia di sostegno con ossigeno”.

Tanto che si fa riferimento alla “dipendenza da una serie di trattamenti di sostegno vitale”. Documentazione inviata all’Asl Roma 1. E, come sottolinea Filomena Gallo, legale della famiglia e segretaria dell’Associazione, le condizioni “previste dalla giurisprudenza sul tema esistevano eccome: lo hanno certificato i medici e lo testimonia anche l’ultimo videomessaggio in cui Sibilla è visibilmente collegata all’ossigeno artificiale”.