Catania blindata per il processo al Capitano. Che nell’attesa torna a insultare 5S e Pd. Domani la prima udienza del caso Gregoretti

La Lega ha inaugurato ieri a Catania la sua tre giorni di “kermesse” in vista dell’udienza preliminare di Matteo Salvini, accusato di sequestro aggravato per il blocco dello sbarco di 131 migranti a bordo della motonave Gregoretti a fine luglio del 2019. Convocato tutto lo stato maggiore del partito: dal vice Giorgetti, ai capigruppo di Senato e Camera, Romeo e Molinari, e ancora i responsabili dei dipartimenti, come Centinaio, Bagnai, Borgonzoni, Rixi, Molteni e Borghi. Ma non solo, tra i parlamentari sono oltre 100 le registrazioni fatte dallo staff del Carroccio per il soggiorno nella città etnea, una ventina gli europarlamentari e ancora un centinaio i dirigenti locali.

Tutti a far sentire la loro “profonda vicinanza” al leader, fra palloncini colorati con scritto “Processate anche me”, mascherine con il guerriero Alberto da Giussano, dibattiti e confronti, con tanto di madrina del maxi evento dal titolo “Gli italiani scelgono la liberta” – l’opinionista tv e pasionaria salviniana Maria Giovanna Maglie – in programma questo pomeriggio alla Nuova Dogana. Vietato parlare di “sfida” o di manifestazione “di protesta contro i giudici”, per “dimostrare che la Lega non è solo piazza ma è anche un partito che ha un progetto politico strutturato, con una classe dirigente preparata su ogni dossier”, è stato l’ordine dato dai piani alti di Via Bellerio.

Peccato invece che il solito Salvini, che ne ha approfittato anche per fare un tour elettorale, abbia condito con un’intemerata contro il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico il suo comizio a San Giovanni La Punta, nel catanese, in vista delle amministrative del 4 e 5 ottobre: “Per me la coerenza vale più di qualche poltrona e di qualche processo. Quindi, non commento la vigliaccheria altrui”, ha risposto ai cronisti che lo incalzavano a proposito dell’assenza al processo dei 5Stelle, suoi alleati di governo quando scoppiò il caso Gregoretti Duro anche nei confronti del Pd, che domani scenderà in piazza a fianco della Rete ‘Mai con Salvini’: “Un partito di governo che va in piazza a far casino durante un processo non è un partito serio”. tuona il leader leghista, per poi lanciare la bordata: “La vita del ministro del Pd è più facile… Sta lì non fa una mazza e si porta a casa lo stipendio. Insomma, i toni sono quelli di sempre, altroché”.