Centri per i rimpatri, in Lombardia l’assessore La Russa sbugiarda Fontana

I consiglieri regionali di Patto Civico hanno interrogato Fontana sulla questione dei Centri per i rimpatri in Lombardia.

Centri per i rimpatri, in Lombardia l’assessore La Russa sbugiarda Fontana

In seguito alle gravi criticità riscontrate presso il Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di via Corelli a Milano, i consiglieri regionali di Patto Civico Luca Paladini e Michela Palestra hanno interrogato martedì il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana in merito alla dichiarazione pubblica dell’assessore Romano La Russa sulla realizzazione di nuovi Centri per i rimpatri sul territorio lombardo.

I consiglieri regionali di Patto Civico hanno interrogato Fontana sulla questione dei Centri per i rimpatri in Lombardia

“La posizione espressa da La Russa e mai smentita va in contrapposizione con quanto dichiarato dal presidente della Regione Fontana sul diniego all’apertura di nuovi Centri di permanenza per i rimpatri. Assente in aula, La Russa ha ancora una volta dato segnale di totale trascuratezza su un tema quanto mai urgente che vede la reiterata violazione dei diritti umani per centinaia di persone detenute nei Cpr. E il termine detenuti non è usato a caso”, spiega Paladini.

“Alla luce di quanto emerso dall’ultima ispezione del 1° dicembre 2023 del Cpr di via Corelli, tra condizioni abitative e igienico sanitarie precarie, persone malate non curate in modo adeguato e somministrazioni di cibo avariato, abbiamo chiesto al presidente di Regione Fontana se non ritenesse di dare il suo diniego all’apertura di nuovi Cpr e all’assessore di fare ulteriore chiarezza sulla posizione della maggioranza a riguardo”, continuano Paladini e Palestra, “nessuno dei due si è presentato, delegando al sottosegretario Piazza una risposta quanto mai vaga e allarmante che vede la maggioranza possibilista rispetto all’apertura di nuovi Centri di permanenza per i rimpatri. Stiamo parlando di luoghi di detenzione e oblio, dove ogni giorno vengono legittimate gravissime e sistematiche violazioni dei diritti umani. Non esiste un modo corretto per commettere un’ingiustizia. Un’apertura da parte della maggioranza a scenari di questo tipo rimane inaccettabile”, concludono i due consiglieri.

Il primo dicembre scorso scorso il blitz della Finanza nel Cpr di via Corelli a Milano

Il primo dicembre scorso scorso i militari della Guardia di finanza, intervenuta nel Centro di permanenza per il rimpatrio di via Corelli a Milano su delega dei pm Paolo Storari e Giovanna Cavalleri della Dda di Milano, avevano trovato conferma di quello che alcune associazioni a tutela dei migranti da tempo denunciavano: condizioni di vita quotidiana disumane, tanto che il consiglio comunale di Milano aveva approvato un ordine del giorno per chiedere la chiusura immediata della struttura. Nell’inchiesta sono indagati Alessandro Forlenza, 40 anni, amministratore di fatto della Martinina, la società aggiudicatrice dell’appalto per la gestione della struttura e la madre Consiglia Caruso, 73 anni, amministratrice di diritto. La Martinina si era aggiudicato l’appalto della Prefettura (valore 4 milioni e 398mila euro), il 10 ottobre 2022. La società, domiciliata in provincia di Salerno, aveva presentato un’offerta in cui garantiva, tra le altre cose, la collaborazione con diverse realtà finalizzata ad assicurare l’erogazione di “servizi” da integrare nella gestione del Cpr. Almeno otto protocolli sarebbero stati falsificati.