ha sottolineato come un’eventualità simile presenterebbe, “secondo il parere di autorevoli professionisti, problemi giuridici non superabili”. Sarà quindi scontro, con i più alti vertici istituzionali che vigilano sulla partita. E con il Movimento 5 stelle che pur attaccando Berlusconi (“Ha riproposto TeleNazareno”, dice Gianluigi Paragone) non esclude che si vada verso un’altra strada. “Se non c’è intesa, mi pare chiaro che il nome di Foa non può tornare. Questo lo dice la legge, non io”, ha tagliato corto Luigi Di Maio.
Coalizione inesistente – Ma riavvolgiamo il nastro. Il consigliere Foa ha raccolto 22 sì – a favore la maggioranza e FdI -, mentre occorreva raggiungere il quorum dei dueterzi, ovvero 27 voti (su 41 complessivi). Nel pomeriggio, come se non bastasse, il nuovo stop di Berlusconi: “La scelta del no a Foa è stata assunta dai nostri gruppi parlamentari e l’ho naturalmente condivisa”. Ed ancora: “Forza Italia non lo voterà. Il servizio pubblico, per essere tale, non può essere espressione unilaterale di una maggioranza, qualunque essa sia”. Capitolo chiuso. E scontro aperto. Da Forza Italia, però, si nega comunque che le giunte dove Lega e FI governano insieme siano a rischio. “Quando la Lega non ha votato Antonio Tajani presidente dell’Europarlamento non è successo niente”, si rammenta, “basta che facciano dimettere Foa e indichino un altro nome”. “Magari Giovanna Bianchi Clerici”, rilanciano da Forza Italia. A questo punto le strade che si aprono per dirimere la partita Rai sono due, a sentire gli esponenti di Movimento cinque stelle e Lega. Si potrebbe provare ad insistere con Foa. L’ipotesi più probbile, in questo caso, è che gli si conceda le delega di consigliere anziano cosicché possa svolgere il ruolo di “reggente”. L’obiettivo, in questo caso, è convincere per “sfinimento” Forza Italia. L’altra ipotesi è trovare un altro presidente all’interno del Cda già formato, senza obbligare il ministero dell’Economia (e dunque il Governo) a nominare un altro consigliere al posto di Foa (che in questo caso dovrebbe dimettersi). Escludendo ovviamente i consiglieri che evidentemente non raccoglierebbero i voti necessari (sia il consigliere in quota M5s che quello in quota Pd), non resterebbero che
Giampaolo Rossi, in quota FdI, e il membro nominato dai dipendenti di Viale Mazzini Vincenzo Laganà, che in Cda si è astenuto sul nome di Foa. Due ipotesi al momento improbabili, ma che nelle ultime ore hanno preso quota.
Neppure Toti ha convinto il Cavaliere