Charlie Hebdo non offese le vittime di Amatrice. Il Tribunale di Parigi archivia la querela del Comune. L’ex sindaco Pirozzi: “Penso ancora che quelle vignette furono fuori luogo”

Il Tribunale di Parigi ha ritenuto “irricevibile” la querela che il Comune di Amatrice, il paese del Reatino raso al suolo dal sisma del 24 agosto 2016, aveva intentato contro il settimanale satirico francese Charlie Hebdo in seguito alla pubblicazione, proprio dopo il violento terremoto che colpì il Centro Italia, di due vignette, firmate ‘Felix’, in cui si mostravano le vittime insanguinate con la scritta ‘penne al pomodoro’ e ‘penne gratinate’, o schiacciate sotto le macerie con la scritta ‘lasagne’.

Una scelta editoriale, che, oltre a sollevare in Italia molte polemiche e l’indignazione dei social, aveva spinto l’allora sindaco del comune reatino, Sergio Pirozzi, a dare mandato ai suoi legali di agire contro il settimanale francese, reo, così sosteneva l’ex primo cittadino di Amatrice, di aver diffamato e offeso le vittime e le loro famiglie.

Per l’avvocato del Comune di Amatrice, Mario Cicchetti, si tratta di una pronuncia “priva di ogni pregio giuridico che non può essere minimante condivisa” e che sarà certamente oggetto “di un ricorso in Cassazione”. “La satira è sacrosanta, ma usare la lasagna e poi la mafia, a caldo, con il cuore pieno di dolore, la ritenni un’offesa grave nei confronti di una comunità che era stata ferita” ha commenta all’Ansa Pirozzi. “La satira non si era mai abbassata a questo livello. Penso ancora – ha aggiunto l’ex sindaco di Amatrice – che quelle vignette furono davvero fuori luogo, una cosa brutta, e non solo per Amatrice. Tra l’altro in un momento in cui tutto il mondo ci stava accanto, aiutando concretamente la nostra gente”.