Che cinema al ministero! Sangiuliano in ritirata sul taglio ai fondi pubblici

In una lettera inviata a Giorgetti Sangiuliano chiedeva di tagliare al cinema una cifra maggiore rispetto a quella richiesta dal Mef.

Che cinema al ministero! Sangiuliano in ritirata sul taglio ai fondi pubblici

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano nuovamente nell’occhio del ciclone. Ennesima figuraccia, secondo alcuni. “Un cinema!”, mormora qualcun altro con una facile battuta. Perché il mondo che questa volta si è scagliato contro il ministro e fedelissimo di Giorgia Meloni è proprio quello del cinema e dei film. Tutto nasce da una lettera, come rivelato dal quotidiano Domani, in cui si parla di un taglio di 100 milioni al fondo. La lettera in questione sarebbe stata indirizzata al ministro delle finanze Giancarlo Giorgetti. E non è proprio un dettaglio.

In una lettera inviata a Giorgetti, il ministro Sangiuliano chiedeva di tagliare al cinema una cifra maggiore, rispetto a quella richiesta dal Mef

In sintesi, da quello che emerge dalla missiva, il piano del ministro della Cultura sarebbe stato già pronto, messo nero su bianco in una comunicazione ufficiale: tagliare al cinema una cifra maggiore, rispetto a quella richiesta dal Mef per l’intero dicastero, e recuperare così un po’ di risorse da spendere su altri capitoli. Facendo felice Giorgetti, che ha imposto riduzione dei costi per la manovra. Poco conta da come avvengano, l’importante è il risultato.

E cosa è scritto nella lettera? “Caro Giancarlo­, […] ti informo che è mia intenzione contribuire agli sforzi necessari alla definizione della prossima Legge di Bilancio 2024, attraverso risparmi di spesa per complessivi 100 milioni di euro a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo”,. Tutto chiaro, dunque. Bisogna fare cassa. Poco importa se a pagarne le conseguenze è il mondo del cinema.

Che non a caso si è subito ribellato. Tutte le associazioni dell’audiovisivo, Anica con APA, CNA Cinema e Audiovisivo, doc/it e UNITA, 100autori, WGI, AGICI, hanno prontamente inviato una lettera per esprimere il proprio timore in relazione al taglio delle risorse: “Le evidenze mostrano che il settore ha aumentato il proprio valore complessivo e che l’investimento pubblico attiva attrazione di risorse private, nazionali e internazionali, con un moltiplicatore tra i più alti di tutte le filiere industriali. La stabilizzazione della misura ha riportato l’Italia a essere competitiva sui mercati esteri, ha consentito di sviluppare competenze e creare valore in tutti i territori regionali, in particolare al Sud e nelle Isole, ha fatto crescere la domanda di lavoro e di professionalità in tutti i segmenti della filiera.

La mannaia avrebbe fatto saltare le produzioni di molti film e serie televisive di successo

Un’inversione di rotta in questo momento – reso critico anche dagli annunciati tagli sulle risorse Rai – creerebbe instabilità e fermerebbe investimenti programmati, oltre a mettere in grave difficoltà le imprese che lavorano seriamente, e creerebbe ricadute negative sul gettito complessivo per lo Stato”. Ed anche grazie a questa presa di posizione il tagli annunciato sarebbe ora già sfumato, col ministero costretto a smentire se stesso. D’altronde anche vari artisti si erano pronunciati.

“Sono preoccupato come tutti quelli del nostro settore, non solo gli attori, ma anche i produttori, i distributori. Una filiera di aziende che dà da lavorare a tantissime famiglie e che produce una quantità di economia impressionante per questo Paese, e che esporta la meraviglia di questo Paese in tutto il mondo”, aveva già detto l’attore Vinicio Marchioni sul red carpet inaugurale della Festa del Cinema di Roma.

“Mi auguro che questi tagli vengano quantomeno ridotti, o che si possa discutere con queste persone per cercare di trovare la migliore soluzione possibile”. A rincarare la dose anche il premio Oscar Paolo Sorrentino che, intervistato sempre dal Domani, è stato tranchant: “Il ministro della Cultura non ha difeso la nostra casa, che dovrebbe essere anche la sua, visto che si dice uomo di cultura. Non sembra intenzionato a farlo”. Difficile dare torto al regista napoletano.