Serra, Mazzoncini & Company. Ecco chi finanzia ancora il renzismo. Altro che danno d’immagine dall’inchiesta Open. In nove mesi oltre 600mila euro incassati da Italia Viva

Altro che danno d’immagine dall’inchiesta Open. In nove mesi oltre 600mila euro sono finiti nelle casse di Italia Viva.

Serra, Mazzoncini & Company. Ecco chi finanzia ancora il renzismo. Altro che danno d’immagine dall’inchiesta Open. In nove mesi oltre 600mila euro incassati da Italia Viva

Oltre 600mila euro finiti nelle casse di Italia Viva in nove mesi. Ci sono gli amici di sempre, come il finanziere Davide Renato Ugo Serra, e l’ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Renato Mazzoncini. Ma figurano delle new entry, come la società Valsabbia Investimenti, che opera nel settore siderurgico, con sede nel bresciano, e personaggi della cultura, in primis la regista e artista Andrée Ruth Shamma: a febbraio, mentre prendeva forma il governo Draghi, ha versato 20mila euro a Iv.

Il partito di Matteo Renzi, in termini di elargizioni economiche, se la cava bene nonostante i sondaggi non siano così entusiasmanti. E viene così smentita la tesi dell’ex Rottamatore, secondo cui l’inchiesta su Open è un “danno di immagine”.

Da gennaio a settembre 2021 nelle casse del soggetto renziano sono entrate risorse per circa 640mila euro, grazie alle donazioni arrivate da privati cittadini, imprese e parlamentari: questi ultimi versano una quota mensile di 500 euro. E i principali sostenitori del partito sono proprio deputati e senatori. Il trend è in linea con quanto avvenuto nei primi due anni di vita del partito. Il bilancio del 2019 riporta che è stato di 984.994 euro il ricavato delle contribuzioni ricevute, mentre nel 2020 si è arrivati a 871.208 euro.

Tra i dati del 2021 balza agli occhi un elemento: il boom di microfinanziamenti, quelli al di sotto dei 500 euro, tra gennaio e febbraio. Nel primo mese dell’anno è stata addirittura superata la soglia dei 100mila euro, a febbraio si è andati oltre gli 82mila. Nel 2021 il principale contributore è Serra, che in totale ha destinato 40mila euro a Italia viva, in due diversi momenti: 20mila a febbraio e l’altra metà a maggio. Andrée Ruth Shamma è un volto nuovo tra i sostenitori di Italia viva, con la donazione di febbraio, molto sostanziosa, di 20mila euro.

Simbolica, ma significativa, la presenza nella lista del manager ultra renziano Mazzoncini. L’ex capo di Ferrovie e attuale amministratore delegato e del Gruppo A2A ha versato mille euro, ad agosto. Il suo nome è legato a doppio filo con quello dell’ex premier: con il governo Renzi il manager passò da Busitalia al vertice delle Fs nel 2015. Chi invece è sparito dai radar delle donazioni è Lupo Rattazzi, imprenditore storico sostenitore dell’ex presidente del Consiglio.

Nello scorso anno, per dire, ha immesso nelle casse italovive oltre 100mila euro. L’ultima volta risale all’agosto del 2020, quando ha sottoscritto un versamento di ben 30mila euro. Non si è rifatta viva, tra le altre, nemmeno Helbiz, la società dei monopattini, che nel novembre 2020 aveva destinato mille euro a Iv.

Del resto è andata molto meglio con la Valsabbia investimenti, che gestisce la Ferriera Valsabbia, a Odolo (Brescia). La società ha destinato 20mila euro alla causa renziana. Sempre dal mondo dell’imprenditoria proviene invece Giuliana Paoletti, fondatrice di Image building, società di consulenza nel campo della comunicazione, che ha donato 5mila euro al partito.

Non rappresenta certo una sorpresa, visto che supporta in maniera costante i renziani anche su Twitter. Dall’elenco dei donatori spunta poi la Nedrotti srl, piccola azienda del bresciano, che si occupa di impianti elettrici civili e industriali: la somma versata è stata di 3mila euro. Mentre la toscana Nuova Icat, nel settore degli impianti di areazione, si è limitata a un contributo di 500 euro.