Chi perde il Reddito di cittadinanza non trova lavoro

Tasso di occupazione in calo tra chi ha un titolo di studio più basso, come gli ex percettori del Reddito di cittadinanza.

Chi perde il Reddito di cittadinanza non trova lavoro

Anche stavolta (l’ennesima) la propaganda della destra è andata a sbattere contro i numeri. Nello specifico quelli pubblicati due giorni fa dall’Istat, relativi all’andamento del mercato del lavoro nel III trimestre 2023. I quali, a un’attenta lettura, smontano la narrazione di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia secondo cui nel nostro Paese gli occupati aumentano anche grazie all’abolizione del Reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza, smontata la fake news delle destre

A far notare il dettaglio è stato il presidente di Adapt Francesco Seghezzi: “Un dato interessante – ha scritto su X – è il calo del tasso di occupazione per chi ha il titolo di studio più basso” che “cozza con l’idea che gli ex percettori di reddito di cittadinanza possano aver trovato lavoro al termine del sussidio”. Dalla tabella pubblicata a pagina 5 del report, difatti, si evince che rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso il tasso di occupazione di chi ha come titolo di studio la licenza media ha fatto registrare una diminuzione dello 0,4% per gli uomini e dello 0,1% per le donne.

Come noto, nel 70,8% dei casi i percettori del Reddito “occupabili” non vanno oltre la terza media: se la tesi della destra fosse stata vera, dunque, avremmo dovuto leggere tutt’altre cifre. Insomma, trattasi di una fake news che fa il paio con quella che alcuni meloniani vanno ripetendo dopo l’intervista a Repubblica del Dg dell’Inps Vincenzo Caridi.

Quest’ultimo ha rilevato che il Reddito di cittadinanza è costato in tutto 34 miliardi di euro a fronte di 1.500 contratti “agevolati” sottoscritti dai beneficiari. Tali contratti sono solo quelli che gli imprenditori hanno attivato sfruttando gli sgravi contributivi previsti dalla legge istitutiva del Reddito; non stiamo parlando, quindi, del totale delle assunzioni degli stessi beneficiari.

Tanto è bastato per far dire a esponenti del partito di via della Scrofa che ciascun assunto con il Rdc è costato alla collettività 22 milioni, importo ottenuto facendo una divisione “secca” fra i due numeri citati poc’anzi. Un calcolo che probabilmente neanche uno studente alle prime armi avrebbe mai fatto, pena una bocciatura senza appello. Per la cronaca, secondo Anpal le assunzioni di percettori del sussidio sono state 724.494 (41% della platea). Carta canta.

G.V.